Un uomo intraprende il suo viaggio. Un viaggio insolito, attraverso luoghi dell'anima, perduti in uno strano medioevo popolato di automobili e televisori, articolato in ventuno città fantastiche, che si susseguono poeticamente come dipinti, esprimendo sensazioni piuttosto che avvenimenti. Atipico è lo stesso protagonista, figura maschile senza un passato e senza una storia da raccontare, che decide di partire per "ubriacarsi di volti, di luoghi, di suoni e riempire un poco il vuoto che si ha dentro", senza sapere esattamente cosa cercare, e che ritrova il proprio nome soltanto alla fine del suo itinerario, quando sente una donna chiamare il proprio figlio e quelle sillabe magiche, come musica, lo riportano indietro, a un'unità perduta.)
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