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Il saggio di A.F.Cowan, docente di storia al Newcastle Polytechnic, reca un contributo originale sul patriziato urbano all'inizio dell'età moderna: il patriziato infatti esisteva numeroso nei secoli XVI e XVII in Germania, Olanda e nell'Italia settentrionale. Venezia e Lubecca rientrano in questo comune modello, in quanto in ambedue le città esisteva un patriziato con una propria identità, caratterizzato da una posizione sociale elevata, dalla ricchezza, dal potere politico e da un alto grado di coesione.Le casate patrizie erano nettamente distinte da quelle immediatamente inferiori nella gerarchia urbana. I due patriziati appartenevano a due culture diverse tra loro: tuttavia le caratteristiche comuni definiscono un modello che si può applicare al patriziato europeo in generale. Lubecca era una città del Nord, luterana sin dalla Riforma e parte di un movimento coloniale che si allargava alle coste del Baltico: era una comunità incentrata soprattutto sugli affari, in cui era scarso l'interesse per l'arte e le idee. Venezia era una comunità cattolica, in cui gli atteggiamenti verso matrimonio, famiglia e società risultavano influenzati dagli insegnamenti della Chiesa. Essa faceva parte di quella cultura mediterranea in cui la tradizione delle grandi discendenze familiari era assai forte. Lubecca aveva un patriziato aperto; non esistevano controlli istituzionali sulla condizione sociale, sebbene le differenze sociali si riflettessero nelle leggi suntuarie e nell'ordine di precedenza stabilito nelle solennità cittadine. Il patriziato veneziano, al contrario, era chiuso per legge a qualsiasi infiltrazione dall'esterno: l'accesso al Maggior Consiglio era consentito soltanto ai figli maschi legittimi dei patrizi. Differenze notevoli tra i due patriziati, ma anche importanti concordanze. Tra queste centrale per entrambi è il ruolo della coesione sociale: i legami tra i membri del patriziato conferiscono ad essi un potere collettivo e segnano una linea di divisione più efficace di qualsiasi segno esteriore.
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