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Venere in pelliccia
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Venere in pelliccia - Leopold von Sacher Masoch - copertina
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Venere in pelliccia

Descrizione


Arte, letteratura, sensualità si intrecciano nelle pagine di "Venere in pelliccia", dove si racconta la relazione del giovane aristocratico galiziano Severin con Wanda Dunajew, una nobildonna vedova, ricca e bella. Con lei, antesignana di tanti personaggi femminili della letteratura decadente, il protagonista sottoscrive un vero e proprio contratto: sarà il suo schiavo, con il nome di Gregor, e lei la sua dea, con potere di vita e di morte purché, ispirandosi alla "Venere allo specchio" di Tiziano, indossi una pelliccia. Pubblicato nel 1870, e in una nuova versione ampiamente rivista (che qui si pubblica) nel 1878, "Venere in pelliccia" è un romanzo pervaso da forti toni autobiografici che non va però letto come un "diario", perché assai accentuato è l'aspetto di letterarietà: Sacher-Masoch fonde infatti gli elementi più tipici della cultura germanica, dal mito romantico dell'innamoramento per un'opera d'arte al tema faustiano del patto con una forza infernale, fino alla contrapposizione tra civilizzazione decadente (l'uomo, il Nord, il castello in Galizia di Wanda) e natura primigenia (la donna, il Sud, l'Italia dove i due compiono un viaggio). È in questo che risiede il fascino dell'opera, e la sua estetizzante, colta, ma non per questo meno potente, carica sensuale.
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Dettagli

2013
Tascabile
196 p., Brossura
9788804633143

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Veruska
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Conoscere per capire

Quante volte ci ritroviamo ad usare termini di cui non conosciamo profondamente il significato? Ecco, Venus in Pelz è indubbiamente un libro necessario per comprendere la derivazione (e la differenza) tra il termine masochista e masochiano. Il protagonista si strugge così tanto per la sua venere dai capelli rossi e la pelle di marmo fino ad annientare se stesso, ma solo per soddisfare il suo piacere, per sentirsi vivo nel dolore.

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Antonio
Recensioni: 5/5

Meraviglioso. Si lascia divorare.

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AdrianaT.
Recensioni: 3/5

Molto istruttivo! I meccanismi del desiderio di sottomissione e del godimento nel dolore perpetrato dalla nobildonna dominatrix Wanda von Dunajew a scapito (o beneficio) del giovane aristocratico Severin von Kusiemski. Paradossi di superficie - di solito dal dolore si fugge - ma talmente connaturati e diffusi fra gli esseri umani (non credo esistano masochismi fra gli animali), da offuscare giudizi morali ed etici di aberrazione, perversione o devianza: «Io trovo nella sofferenza una strana attrazione, [...] che niente riesce a eccitare la mia fantasia come la tirannia, la crudeltà, e soprattutto l'infedeltà di una bella donna. [...] Avevo 10 anni quando mi capitarono fra le mani le leggende dei martiri; ricordo di aver letto con un orrore che in realtà era una sorta di estasi, come languivano nelle prigioni, come venivano messi sulla graticola, trafitti da frecce, tuffati nella pece bollente, gettati in pasto alle belve, crocifissi, e come subissero queste atrocità con una sorta di gioia. Il soffrire dolori e tormenti atroci mi apparve da allora come un godimento soprattutto se le torture erano inflitte da una bella donna.» Ricercare la felicità nel dolore mi fa pensare. Il contraltare di De Sade - che pur nei suoi orrori è razionalmente più comprensibile -, mette in moto molti pensieri che cercano ragioni che non trovano. E va bene così, non tutto va sempre spiegato. Di impianto autobiografico, scritto nel 1870, è un po' giovane Werther, un po' D'Annunzio e un po' Liaisons dangereuses ed esprime riflessioni di assoluta puntualità e modernità; insomma, ci azzecca parecchio.

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(Leopoli, Galizia, 1836 - Lindheim, Assia, 1895) scrittore austriaco. Pubblicò anche con gli pseudonimi di Charlotte Arand e Zoë von Rodenbach. Le sue opere migliori sono alcune storie di ambiente galiziano ed ebreo (L’ultimo re dei magiari, Der letze König der Magyaren, 1867; Storie galiziane, Galizische Geschichten, 1877-81). I suoi romanzi e racconti sono caratterizzati da una forte vena erotica (Venere in pelliccia, Venus im Pelz, 1870), e fu proprio richiamandosi alle vicende, spesso morbose, in essi rappresentate, oltre che a episodi del suo tumultuoso matrimonio, che gli studiosi di sessuologia hanno coniato il termine «masochismo».

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