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"Vampyr - Il vampiro" (Francia e Germania, 1932) è un film horror diretto dal regista e sceneggiatore danese Carl Theodor Dreyer [1889-1968], riconosciuto come uno dei massimi esponenti della cinematografia mondiale. Primo lungometraggio sonoro di Dreyer, pur ricorrendo gli attori poco al parlato, va a inserirsi nell'ipotetica trilogia da cui ha avuto origine l'intera cinematografia sui vampiri: successivo al "Dracula" di Browning e al "Nosferatu" di Murnau, non ne subisce però l'influenza. Dreyer traccia, infatti, delle proprie linee e stilistiche e di contenuto che fanno discostare il film dalle opere precedenti: la più importante è forse la fonte di ispirazione: non più il romanzo di Bram Stoker, ma le novelle di Joseph Sheridan Le Fanu. Ecco, in sintesi, la trama. Il giovane David Gray prende alloggio nella locanda di un paese, nella quale viene avvicinato da uno strano vecchio che gli consegna un plico con la scritta "da aprire dopo la mia morte". Oscuratamente turbato da questo avvenimento, David prende a vagare per la campagna. Si fermerà ben presto in un castello, dove conosce la giovane Léone, afflitta da uno strano morbo. Al castello, David apre il plico misterioso, nel quale trova un libro sui vampiri che narra la storia di una vecchia, Marguerite Chopin, che si nutre del sangue delle fanciulle. Léone è rimasta appunto vittima di questo malefico demone. Starà ora a David cercare di salvarla... Che dire?... Il film "Vampyr" è, in pratica, un racconto cinematografico che si serve della struttura dell'horror per ardire una riflessione metafisica articolata e complessa, in cui la dimensione del sogno, della vita oltre la morte, dell'apparenza ingannevole conferiscono alla generale atmosfera dell'opera un'aura fantastica davvero impressionante. Stilisticamente prodigioso, con alcune sequenze (la soggettiva dalla bara, l'ombra che si stacca dal corpo ecc. ecc.) che sarebbero state citate o copiate centinaia di volte... Capolavoro!
Che dire un film molto importante che all'epoca non fu compreso forse troppo difficile per la gente dell'epoca Ciò che mi affascina è questa sospensione tra la realtà e l'inconscio....E poi queste sperimentazioni che Dreyer ci offre ,è un regista meticoloso desideroso di toccare dove tutti siamo più vulnerabili ...intendo dire : Che cosa fa molta paura all'uomo? Ciò che non conosce e ciò che non può logicamente spiegare. Buona visione Voto 5/5
Atmosfere molto buone ma i dialoghi sono ridotti al minimo,una trama potenzialmente interessante che a causa di questo spesso risulta essere pesante..
Recensioni
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