Quale valore ricoprono le radici al tempo del livellamento globale e della società liquida? Inestimabile, come la profondità degli orizzonti che l'autore sceglie di scrutare in questo "piccolo elogio" non conforme, dove la narrazione di viaggio si mescola all'analisi saggistica, coltivando un immaginario che oltrepassa l'egemonia della tecnica, le derive del mercato e la frenesia del moderno. Il sapore inconfondibile delle pietanze, l'orizzonte irripetibile dei paesaggi, il suono dolce dei canti e dei dialetti, la maestosità perenne dell'arte, l'eternità profonda dei miti e dei riti, lo slancio verticale della spiritualità, le conquiste formidabili della cultura: tutto ciò che ci caratterizza, radicandoci in un suolo e in una tradizione, costituisce la nostra identità. Le radici, minacciate dal progressismo apolide, suggeriscono un mondo di colori e di sfumature, di legami e di valori, di equilibri e di differenze, di confini e di comunità: nell'anonimo e virtuale "non luogo" mondialista, dunque, esse incarnano il "nesso di civiltà" che ci lega agli antenati, restituendoci un'origine, un senso ed un destino.)
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