Attraverso oltre 300 opere, tra dipinti e lavori su carta realizzati tra il 1964 e il 1999, questo nuovo volume documenta gli anni in cui l’artista bolognese incontra esponenti della cultura internazionale, tiene mostre in giro per il mondo ed evolve un nuovo stile che, pur nella continuità, è sempre più segnato dalla presenza della figura umana nel décor degli interni o dei luoghi pubblici, e dall’emergere di un moderno classicismo, che a partire dagli anni Ottanta verrà man mano intriso di una nostalgia del passato e del tempo mitico. La monografia include i testi di Valerio Adami (Note brade), Carlos Fuentes (Righe per Adami), Jacques Derrida (+ R (Al di sopra del mercato), Jean-François Lyotard (Si direbbe che una linea…) e Octavio Paz (La linea narrativa), oltre al catalogo delle opere suddivise per decenni e agli apparati, a cura di Amelia Valtolina.Valerio Adami (1935) nasce a Bologna, ma è a Milano negli anni di guerra. I suoi primi disegni sono disegni di rovine: le case devastate dai bombardamenti. L’atelier di Felice Carena, poi l’incontro a Venezia con Oskar Kokoschka e in seguito l’Accademia di Brera con Achille Funi, sono stati il suo itinerario di formazione. Nel ’58 inizia quella vita di viaggi che lo porterà a vivere e lavorare in diverse città d’Europa, negli Stati Uniti, in America Latina, in Israele, in India, e a intrecciare nuove amicizie: lo scrittore Carlos Fuentes, il filosofo Jacques Derrida, i pittori Saul Steinberg, Richard Lindner e Matta, Octavio Paz, Italo Calvino, Luciano Berio sono parte di questa cerchia intellettuale. Dal 1970 lavora in esclusiva con la galleria Maeght. Espone i suoi lavori nel ’68 al Jewish Museum di New York e all’Institute of Contemporary Art di Boston; nel ’70 al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, quindi al Museo de Arte Moderno di Città del Messico, all’Israel Museum di Gerusalemme; nell’85 inaugura una retrospettiva al Centre Georges Pompidou di Parigi e a Palazzo Reale di Milano, poi al Tel Aviv Museum of Art, al Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires, all’Ivam di Valencia, al museo Frissiras di Atene… Realizza il film Vacanze nel deserto (1971), un lungometraggio con la partecipazione dello scrittore Dino Buzzati e del pittore Erró nel ruolo di attori. È membro del Collège international de philosophie. Fra le commissioni pubbliche, dipinge un ciclo di affreschi sul tema della danza per la First Wisconsin National Bank, commissionatogli dall’architetto Bruce Graham, due pitture monumentali per l’atrio della Gare d’Austerlitz a Parigi e, nella loggia del Théâtre du Châtelet, un omaggio alla musica francese da Debussy a Messiaen. Nel 1992 dipinge quattro grandi pitture murali a Tokyo per l’hotel Hyatt, progettato dall’architetto Kenzo Tange. Nel 1997 crea la Fondazione Europea del Disegno a Meina, sul lago Maggiore, dove ogni estate inaugura i seminari di “Ekphrasis”. Pubblica Sinopie, tradotto poi in francese con il titolo Dessiner. La gomme et le crayon. Nel 2002 realizza le scenografie di Der fliegende Holländer per il Teatro di San Carlo a Napoli. Nel 2003 lavora a due pitture di grandi dimensioni per il nuovo Mandarin Hotel di Columbus Circus a New York. Tiene un ciclo di conferenze in varie città francesi ed europee: su Cézanne, nell’atelier dell’artista ad Aix-en-Provence, su Ferdinand Léger al Musée Chagall di Nizza… Nel 2008 il filosofo Michel Onfray scrive Le chiffre de la peinture. L’œuvre de Valerio Adami. Espone regolarmente i suoi lavori recenti alla Galerie Daniel Templon di Parigi, alla galleria Michael Haas di Berlino, alla galleria Tega di Milano, e alla galleria Mayor di Londra. Alla sua pittura hanno dedicato saggi e scritti alcuni fra i più importanti filosofi e scrittori: Dore Ashton, Italo Calvino, Jacques Derrida, Carlos Fuentes, Édouard Glissant, Jean-François Lyotard, Octavio Paz, Pascal Quignard, Antonio Tabucchi, Jean-Luc Nancy, Philippe Bonnefis.
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