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Anno edizione: 2021
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Catania. Nella grotta di un fiume sotterraneo usata come saletta da un locale molto noto viene ritrovato il cadavere di un uomo: lo hanno accoltellato. Una brutta faccenda su cui dovrà fare luce il vicequestore Vanina Guarrasi che, come se non bastasse, da qualche settimana è pure sotto scorta.
«La migliore scrittrice di storie di poliziotte in circolazione» – Severino Colombo, Corriere della Sera
«Cristina Cassar Scalia conduce il lettore negli angoli più bui di Catania, lo spinge a vedere oltre le apparenze, a inseguire i fantasmi della città che si agitano tra la vecchia pescheria, i quartieri popolari e quelli benestanti. E nello stesso tempo riavvolge il passato di Vanina e la spinge a confrontarsi con i suoi incubi.» - Stefania Parmeggiani, Robinson
Vincenzo La Barbera, professore di filosofia presso il liceo classico, era un tipo solitario, che usava come casa una vecchia barca a vela ormeggiata nel porto ed era amatissimo dagli studenti. Niente debiti, né legami con la malavita. Eppure qualcuno lo ha ucciso, lasciando il suo corpo nel letto dell'Amenano, un corso d'acqua che secoli fa un'eruzione dell'Etna ha ricoperto di lava e che ora scorre sotto il centro storico della città. Vanina Guarrasi – la cui esistenza si è complicata, casomai ce ne fosse bisogno, per via di una minaccia di morte giunta dalla mafia palermitana – prende in mano l'indagine. Di indizi, nemmeno l'ombra. Il mistero è assai complesso, e forse ha le sue radici nel passato ribelle della vittima. Per risolverlo, però, Vanina potrà contare ancora una volta sull'aiuto dell'impareggiabile commissario in pensione Biagio Patanè.
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Non c’è indagine più difficile di quella in cui la vittima è un uomo stimato, irreprensibile professore di filosofia, che non ha una seconda vita, e il caso risulta ancor più complesso da risolvere qualora il funzionario di polizia a cui è affidato, cioè il vicequestore Vanina Guarrasi, non abbia piena libertà di movimento, in quanto assegnataria di una scorta dopo un avviso pervenutole di chiaro stampo mafioso; ma se può contare sulla sua affiatata squadra, sulla fiducia riposta in lei dai suoi superiori, sulla collaborazione del commissario in pensione Biagio Patané la cui esperienza e il cui fiuto sono di notevole aiuto, tuttavia i problemi familiari, come quello della diffidenza nei confronti del secondo marito di sua madre e quello affettivo che si trascina nell’incertezza con il magistrato di Palermo Paolo Malfitano, appare evidente che l’indispensabile tranquillità richiesta per condurre un’indagine, peraltro particolarmente difficile, costituisca una pura chimera. Se è vero che agli inizi si brancola nel buio poco a poco tutto si schiarisce, operando con la pazienza dei certosini, con l’affiatamento del gruppo, con le moderne tecnologie, ma ricorrendo anche all’intuito. E’ così che una storia che pareva aver avuto origine tanti anni fa ha una sua spiegazione e che l’omicidio di una brava persona viene risolto, per la gioia del lettore che fra tanti indizi viene condotto per mano alla scoperta del colpevole. E anche la minaccia mafiosa ha una sua conclusione, ovviamente nel migliore dei modi, così che abbiamo la certezza di poterci appassionare ad altri casi con il vicequestore Vannina Guarrasi e la sua sperimentata squadra. Lo stile come al solito è snello, i personaggi sono ben delineati, così come l’atmosfera; inoltre la trama, sebbene complessa, è logica seguendo un filo conduttore preciso e che non si spezza mai. La lettura è senz’altro piacevole e ovviamente è anche consigliata.
Come detto da altri, al quarto libro inizia a sentirsi la fatica per chi li ha letti tutti, alcuni schemi si ripertono in modo troppo prevedibile: il cibo, le sigarette, l'indizio decisivo per la soluzione finale un po'troppo esposto, il colpo di genio sempre del solito personaggio... Credo che preso singolarmente sia un libro molto piacevole,, lo è meno come parte di una "serie", personalmente mi fermerò qui.
Quarto libro dedicato al vicequestore Vanina Guarrasi. Senza dubbio un'opera ben scritta, con personaggi ben caratterizzati e trama avvincente. Cristina Cassar Scalia entra di diritto nel novero dei migliori giallisti dell'attuale panorama italiano. Se proprio devo trovare quello che a mio modo di vedere è un (seppur veniale) difetto, non tanto del libro in sè quanto di tutta la serie, è appunto la serializzazione fatta in modo che vi siano continui richiami ad eventi e situazioni viste nei capitoli precedenti, costringendo il lettore a leggerli tutti in sequenza.
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