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Bellissimo film remake di un film coreano. Una ragazza esce da una clinica dopo la perdita della madre. Tornata a casa trova una sorpresa: il padre con una nuova compagna (che era la badante della mamma) e il giorno della morte aveva il giorno libero. Da qui, insieme alla sorella, cominciano ad indagare e quello che scopriranno sorprenderà tutti.
E' un film che ti lascia senza parole e senza fiato, ogni scena non è quello che sembra, cambia strada facendo fino al finale che non ti aspetti.
A volte sopravviviamo ricordando, altre dimenticando è l'incoraggiamento dello psichiatra che ha in cura Anna, il suo saluto di buon augurio per una pronta ripresa. Non è un caso che The Uninvited inizi tra i corridoi di una clinica. L'intenzione dei fratelli Guard era di approfondire l'aspetto psicologico del film piuttosto che spingere sul pedale della paura fine a se stessa. Traducendo in "hollywoodiano" l'horror di Kim Jee-Woon Two Sisters, ispirato a sua volta ad una fiaba coreana, i due registi condensano e semplificano l'originale (fatto di sguardi, silenzi e stasi d'autore) aggiungendo allo stesso tempo dialoghi e un paio di personaggi che infittiscono la trama in favore della tensione e delle visioni spettrali della giovane protagonista. Nelle mani di Charles e Thomas Guard, The Uninvited diventa un horror articolato e ben girato capace di sorprendere le menti incontaminate, dal genere. I conti tornano tutti compreso nel bellissimo finale: la suspense c'è ed è costruita non intorno a elementi granguignoleschi, bensì agli incubi (reali o immaginari) di Anna. Gli appassionati dei fiumi di sangue che macchiano sovente il cinema dell'orrore si astengano, a chi invece ama raccogliere indizi durante la visione del film per indovinare colpevole, movente e finale, senza aver visto Two Sisters, sono invitati a tenere tutti i sensi ben desti e godersi questo bellissimo film.
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