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Le undicimila verghe - Guillaume Apollinaire - copertina
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Le undicimila verghe
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Le undicimila verghe - Guillaume Apollinaire - copertina
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Descrizione


Pubblicato clandestinamente nel 1906, scritto da uno dei massimi poeti francesi del Novecento, il romanzo è la storia, scatenata, di un "viaggio erotico" e, allo stesso tempo, una grottesca parodia dei romanzi erotici popolari che si svolgevano su treni, a bordo di transatlantici, in località climatiche e avevano per protagonisti principi, conti e nobili russi. Postfazione di Louis Aragon e uno scritto di Michel Décaudin.
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Dettagli

ES
2014
19 giugno 2014
142 p., Brossura
9788898401437

Valutazioni e recensioni

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T-Ray
Recensioni: 5/5

Irriverente, sarcastico, dissacratore, eccessivo senza compromessi. Le Undicimila verghe è puro godimento formale e rappresentato! Non c'è limite a ciò che si può raccontare e non esiste limite all'immaginazione, sia essa usata per descrivere i più romantici sogni o per narrare le più crude eferratenze. Una balletto immorale tra le zone nero pece della sessualità e dell'etica, che ci fa ridere di ciò che non avremmo mai osato pensare e ci invita a riflettere su come parole e immagini possano fungere da potenti esorcismi per i più remoti e oscuri tabù.

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Alessio
Recensioni: 1/5

Spinto dalla curiosità ho letto questo romanzo che gode di una grande celebrità e a cui vengono attribuiti "alti significati". Ebbene sono rimasto disgustato, indignato e offeso da questa porcheria! Apollinaire - che non so se fosse turbato psichicamente ma che di sicuro era un maniaco ed un pervertito - sciorina una sequenza di scene di pessimo gusto, violente e volgari unite ad un turpiloquio fine a sé stesso e a situazioni moralmente inaccettabili (omicidi senza il minimo senso di colpa, orge, sodomia, pedofilia, coprofagia ecc.. ecc..). Mi vergogno di aver letto questo libercolo e sono dell'idea che roba del genere dovrebbe avere una sola direzione: quella verso il macero!

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Conosci l'autore

(Roma 1880 - Parigi 1918) poeta francese. Figlio naturale di una nobildonna polacca e di un italiano ex ufficiale borbonico, visse i suoi primi anni fra Roma, Monaco, Nizza, Cannes, Lione. Stabilitosi a Parigi nel 1902, partecipò alle più vivaci battaglie artistiche del tempo. Fondò riviste e scrisse cronache d’arte. Fu il primo a sostenere i fauves, presentando nel 1908 opere di Matisse, Derain ecc.; appoggiò la «rivoluzione» cubista con uno scritto rimasto celebre, I pittori cubisti (Les peintres cubistes, 1913); entrò in contatto con F.T. Marinetti e scrisse il manifesto L’antitradizione futurista (L’antitradition futuriste, 1913) e fu poi sempre pronto a cogliere l’importanza di artisti dalle tendenze anche disparate, da Delaunay a Picabia e a De Chirico. Arruolatosi nel 1914 e successivamente...

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