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Questo libro uscì la prima volta nel 1959 ed è la trascrizione, commentata, delle conversazioni-intervista avute dall'autore (giornalista e storico)con Umberto, nella villa Italia di Cascais, nel 1958. I colloqui fanno emergere fedelmente il pensiero dell'ultimo re d'Italia sugli avvenimenti che segnarono il periodo conclusivo della monarchia sabauda: dall'8 settembre 1943 (armistizio) al 13 giugno 1946 (partenza per l'esilio). Di particolare interesse le confidenze di Umberto II sulle difficoltà incontrate anche con gli alleati anglo-americani.
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"Nessuno, ai tempi lieti, quando il principe ereditario veniva guardato con qualche perplessità e paragonato al padre con scoraggiante pessimismo; nessuno, dico, avrebbe supposto nell'Umberto di Savoia di allora, il capo di Stato dei due anni e un mese di Luogotenenza e di Regno, il carattere, la forza di volontà, la cartesiana dei propositi e delle decisioni...".Così Giovanni Artieri sintetizza il suo giudizio su Umberto II in questo lungo colloquio-intervista avvenuto a Cascais, in Portogallo, nel 1958; che rappresenta a tutt'oggi la più rigorosa, fedele e completa ricostruzione del pensiero e dell'opera di colui che si trovò alla giuda della nazione in uno dei momenti più drammatici della sua storia. Umberto di Savoia non si sottrae alle domande, anche alle più insidiose come quella sull'abbandono di Roma da parte della famiglia reale l'8 settembre 1943. L'ex-sovrano ricostruisce le fasi convulse del referendum istituzionale fino alla dolorosa decisione di lasciare il Paese, anteponendo gli interessi del suo popolo a quelli personali.Personaggi come Badoglio, Croce, Nitti, De Gasperi, Nenni, Togliatti, Sforza, Bonomi, Parri sono passati sotto il filtro di un'analisi acuta e spesso disincantata. E oggi che si conclude giustamente la triste e iniqua pagina dell'esilio dei Savoia, questo libro rappresenta anche un doveroso atto di giustizia verso la memoria del "Re gentiluomo".
(Dalla Prefazione di Paolo Cacace)
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