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Umanesimo dell'altro uomo - Emmanuel Lévinas - copertina
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Umanesimo dell'altro uomo - Emmanuel Lévinas - copertina

Descrizione


"Umanesimo dell'altro uomo" è una sintesi felice del pensiero di Emmanuel Lévinas, in cui l'intero percorso del filosofo ebreo, di lingua francese, ma lituano di origine, è presente in forma chiarissima nei suoi aspetti essenziali e nei suoi nodi problematici decisivi. Un "ismo" storico sul cui significato autentico tanto si è discusso in questo secolo, viene riproposto e ripensato alla luce di un pensiero etico altrettanto radicato nella tradizione, quanto all'altezza dei tempi in cui viviamo e delle preoccupazioni per l'avvenire che ci assillano.
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Dettagli

1998
13 gennaio 2005
157 p., Brossura
9788870183603

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Piero B.
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Levinàs è un giocoliere delle parole. Le scompone, le assembla, le spezza e le ricompone affidando il senso compiuto del suo dire a una Maiuscola piuttosto che a una minuscola come se l'Altro fosse tutta altra realtà dell'altro. Il rischio è scivolare nella noia dell'incomprensione di un linguaggio troppo ermetico di cui a volte sfugge proprio il significato, salvo poi ritrovare pensieri che all'improvviso portano su alture inaspettate da cui si gode un panorama pieno di meraviglia.

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Voce della critica


(scheda pubblicata per l'edizione del 1985)
scheda di Palmero, P., L'Indice 1986, n. 1

Molto si può dire su Lévinas, ma non che i suoi scritti invecchiano: i tre testi qui proposti, preceduti da un'introduzione di Alberto Moscato, sono datati 1964, 1968 e 1970 (Prefazione, 1972) e la loro lettura non svela alcun anacronismo. È la loro stessa struttura, fondamentalmente poetica, a impedirlo; il linguaggio poetico, a differenza di quello quotidiano, non si consuma per essere sostituito da espressioni più aggiornate. Piuttosto, in esso antiche costellazioni di parole richiamano, in momenti storici diversi, diversi sensi delle parole stesse. Tuttavia la prosa di Lévinas è al tempo stesso rigorosamente sottomessa a una legge ferrea: ciò che viene prima d'ogni altra cosa è l'etica, l'ossessione dell'altro, il dover rispondere a un comandamento che scompagina la tranquillità della coscienza individuale. L'intuizione, la metafora, il viso dell'Altro, il desiderio e il bisogno: parole-chiave ricorrenti, un complicarsi di fili che indica la peculiarità del "moderno" e la sua fase discendente, nella quale l'attività stessa del pensare viene meno ai propri modelli. Indubbiamente religioso è l'esito del discorso. Lévinas trasforma l'etica in un nuovo credo: l'obbligazione infinita nei confronti dell'Altro, unica traccia visibile della trascendenza in un mondo disorientato nel quale si è perduto "il senso dei sensi". Ma l'esito etico, da sempre previsto, può divenire per il lettore filosofico una meta secondaria, poiché nel corso della lettura sono possibili infiniti e imprevedibili incontri.

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Conosci l'autore

Emmanuel Lévinas

1906, Kaunas

Emmanuel Lévinas (1906 – 1995) è stato un filosofo lituano di origini ebraiche, naturalizzato francese. Dopo aver vissuto la rivoluzione russa in Ucraina, nel 1923 si trasferisce in Francia a Strasburgo, dove inizia gli studi universitari, seguendo i corsi di Charles Blondel e di Maurice Halbwachs. È di questi anni la sua amicizia con Maurice Blanchot. Nel 1928-1929 si reca a Friburgo, dove assiste alle ultime lezioni di Husserl e conosce Heidegger. Dal 1930 fino alla guerra occupa diverse funzioni nella École normale israélite di Auteuil, che forma gli insegnanti dell'Alliance Israélite Universelle e stringe amicizia con Henri Nerson. Con l'invasione tedesca della Francia nel 1940 Lévinas viene fatto prigioniero e trasferito...

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