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Con questo romanzo i due ingegneri-autori (Zurdo e Gutiérrez) ci vendono la favola che la Sindone, dal 1453 ai Savoia e poi a Torino, sia un falso creato da Leonardo e che la vera Sindone fosse nascosta da secoli nel monastero spagnolo di Poblet in Catalogna. Il falso di Torino sarebbe stato creato da Leonardo nel 1502 dopo che Cesare Borgia aveva fatto rubare l’originale ai torinesi e, per non creare un pretesto di guerra, aveva urgente bisogno di crearne copia conforme da restituire. Leonardo ci sarebbe arrivato con un processo fotografico di sua invenzione, segreto e mai descritto nei suoi numerosi appunti (ca. 7000 fogli pervenutici). Tale impressione fotografica sarebbe stata così perfetta da ingannare storici e scienziati fino al 2004, quando questo “superbo” romanzo ci ha svelato l’inganno. Tutto può essere, ma c’è un piccolo particolare: il meglio che si possa dire di questa favola per ragazzi è che sia un plagio clamoroso. Tutto questo era già stato descritto 10 anni prima da Clive Prince e Lynn Picknett in “Turin Shroud: How Leonardo Da Vinci Fooled History”, cui i due plagiari si guardano bene di far cenno. Quest’ultimo tomo era già stato criticato duramente perché menzionava la fotografia, che sarebbe divenuta realtà più di 3 secoli dopo, e inoltre suggeriva l’uso di sostanze chimiche non disponibile all’epoca. Di fola in fola, i due ingegneri ci raccontano pure le torture subite da Cristo nel suo martirio, diligentemente copiate dai vangeli (apocrifi e non) e il tragitto della Sindone da Edessa a Costantinopoli per poi apparire in Europa portata dai cavalieri templari che l’avrebbero custodita gelosamente fino alla cessione ai Savoia nel 1453, per un clamoroso raggiro. Non dissimile dall’altro racconto “Diario Segreto di Da Vinci”, in cui il duo ha piluccato a piene mani da Dan Brown e dal suo famoso “Il Codice Da Vinci”. Spero che la storia smascheri i due falsari! Nelle pubblicazioni scientifiche il plagio è duramente condannato.
Ulteriore esempio di romanzo religioso sulla Sindone. Dà spiegazione del perché la datazione al carbonio 14 situa la Sindone di Torino negli anni del Da Vinci, di cui quest'ultima sarebbe una copia, tratta dal grande artista toscano dall'originale che ha invece sede altrove. Molti sono i personaggi, compresi i Borgia. Bello il richiamo a Parigi, che regala sempre misteri, alla Sorbona, ai scienziati atei, che in fondo aspettano solo di poter essere redenti. Il libro è scritto abbastanza bene, si legge piacevolmente anche se si nota la differenza di scrittura tra i due autori.
Veramente molto bello e toccante come libro. Nonostante questo, la lettura su piani temporali diversi non è facilissima.
Recensioni
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