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Dettagli

2022
21 aprile 2022
192 p., Brossura
9788828209010

Descrizione

«La ragazza con la pistola arrivò una sera di pioggia senza passare per il ventre di mia madre. Era il novembre del novantaquattro. Cominciamo dall’inizio, mi aveva detto il Dott. B., e io non ho potuto fare a meno di pensare a lei.» È l’incipit di un romanzo che attraversa una vita e tocca le corde di un’intensa maturazione. L’infanzia segnata – o salvata? – dall’esperienza di una sorella in affido, profuga della guerra nei Balcani. L’amore violento di un uomo che sbriciola la sua autostima. La tentazione della salvezza tra le braccia di un altro amore che un viaggio esotico, in una notte violetta e crudele a Katmandu, svelerà nella sua vera natura, l’abbandono. Sullo sfondo di ogni esperienza e di ogni avventura c’è lo specchio deformante della famiglia, tra una maternità rincorsa, schivata, voluta, temuta, e un rapporto complicato con il padre, un nodo che nemmeno la morte saprà sciogliere. Mentre le domande piovono come meteore attraverso gli anni, nella confessione, nel memoriale, nel flusso di coscienza che la protagonista offre al misterioso Dottor B., il suo psicoanalista: essere ultima è il destino di ogni donna? Esiste un antidoto alla solitudine?

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

Un flusso di coscienza lungo l’intero arco narrativo, il Dott B, psicologo, a fare da contraltare alla vita della protagonista che compie un viaggio a ritroso nella sua vita restituendo ai lettori il senso di un’esistenza fatta di limiti, di presenze, di assenze. Su tutti si stagliano le figure di Madre, da sempre in conflitto e di Padre capace di tenerla per mano fino a quella stretta finale che segna l’inizio dell’assenza e poi di una sorella arrivata dai Balcani in guerra e degli uomini quelli che le hanno fatto male e quelli che sono stati speranza di presenza salvifica. Pagine intense, di parole sentite e incombenti nella vita di tutte noi che leggiamo perché le ultime, alla fine, siamo noi, che rispecchiamo le nostre assenze nelle assenze della protagonista, che riconosciamo nel suo dolore il nostro dolore e nella sua ricerca di dare un senso alla vita la nostra stessa ricerca attraversando e facendoci attraversare dalle domande che diventano archetipiche e che non danno le risposte che vorremmo al desiderio di un figlio che non arriva, al tentativo di avere risposte da un Dio che permette malattie, ai sensi di colpa che attanagliano le anime dopo una lacerazione da Madre onnipresente, ma necessaria, o da Padre pronto a proteggere, ma spesso distante. Storia straordinaria proprio perché comune, raccontata in maniera coinvolgente, appassionata e allo stesso tempo quasi distaccata che fa di questa narrazione un racconto per l’anima di tutte noi che in qualche tempo ci siamo sentite “ultime” nell’ultima stazione da cui provare a guardarsi dietro e a ricominciare.