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Ultima uscita per Brooklyn - Hubert jr. Selby - copertina
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Ultima uscita per Brooklyn

Descrizione


Uscito nel 1964 e bandito per anni nel Regno Unito e in Italia con l’accusa di oscenità, diventato poi un libro (e un film) di culto, Ultima uscita per Brooklyn è un dirompente romanzo a episodi che racconta la vita violenta di una New York proletaria e marginale, fatta di case popolari, cantieri navali e bettole di quartiere

«Questo libro esploderà sull'America come un’infernale granata arrugginita, e fra cent'anni verrà ancora letto avidamente»Allen Ginsberg

Nelle pagine di questo romanzo a episodi, qui riproposte in una nuova traduzione italiana, si muovono teppisti e teddy boys da quattro soldi, operai in sciopero, prostitute e giovani travestiti sempre strafatti di benzedrina: volano coltelli e pugni e scorrono alcol e sangue, scoppiano risse in strada, scontri con la polizia, liti familiari che rimbombano fuori dalle finestre dei palazzi; ma c’è anche spazio per miracolosi attimi di felicità: la scatenata allegria di una festa di matrimonio in un bar, un’improbabile serata di poesia nel salottino di una drag queen, una notte d’amore fra un truffatore disperato e un marchettaro dei quartieri alti, la gioia di un ragazzino per la sua prima, sgangherata motocicletta. Lo sguardo di Selby non indietreg¬gia di un millimetro di fronte alla brutalità, ma è anche carico di compassione e di tenerezza; la sua lingua, in cui l’immediatezza del parlato si accompagna a un ritmo dal virtuosismo jazzistico, redime l’oscurità senza speranza del mondo che descrive consegnandola alla grande letteratura. Prefazione di Paolo Cognetti.
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Dettagli

Sur
2017
9 novembre 2017
32050 p., Brossura
9788869980893

Valutazioni e recensioni

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Claudia
Recensioni: 5/5
UN LIBRO DA AMARE

Questo libro è proprio un gran cattivo ragazzo! Seduce e disgusta contemporaneamente. Violenza, prevaricazione, arroganza. Ma è proprio questo che affascina. I protagonisti sono prostitute, drogati, pervertiti, travestiti, truffatori, alcolizzati, ladri, perdigiorno ,spacciatori, uomini e donne senza scrupoli, senza religione, senza morale, senza niente al mondo se non il loro piccolo ed egoistico basso angolino di istinti e perversioni. La cosiddetta 'feccia' che non si vuole conoscere e vedere, da cui ci si tiene alla larga, che ripugna e disgusta. Il linguaggio e lo slang sono quelli tipici: le parolacce sono forse le parole più eleganti ed educate. La costruzione del libro è fantastica: i vari racconti sono piccoli sipari che s'intrecciano tra loro e i protagonisti di un racconto (una volta conosciuti nell'intimo della loro bassezza) li ritrovi sullo sfondo in un altro racconto, tutti con un unico comune denominatore che è il bar del Greco. Il lettore arriva a sentirsi una presenza astratta all'interno del bar, che si aggira tra i tavolini e le camere insieme ai personaggi. Un libro forte, per personalità forti. Un libro che educa perché diseduca. DA NON PRENDERE AD ESEMPIO!!!

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Andrea
Recensioni: 3/5

Sintatticamente molto poco intellegibile e, immagino, complicato anche da tradurre fedelmente, vista l'adozione di uno slang di strada che non può essere reso in altre lingue. Il romanzo tratta del mondo degli ultimi e degli abbandonati: prostitute, drogati, disperati ai margini della società e che vivono sul confine tra legale e illegale (attraversandolo continuamente).

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F.
Recensioni: 4/5

A parte lo shock iniziale dovuto all'eversione linguistica (punteggiatura a volte assente, sintassi stravolta, parole tradotte in quasi neologismi dallo slang di Brooklyn) che ne rappresentano comunque allo stesso tempo il fascino letterario, e la leggera fatica nel prendere il ritmo, devo dire che l'ho trovato molto interessante e intendo interessante alla "Bukowski", con simili prospettive riguardo ai disadattati, ai reietti, ma dove lì c'era ironia qui invece a grondare sono il cinismo, lo squallore, la violenza, lo stato di abbandono; a volte un disgusto che diventa fisico, necessario, che non riesce a trovare mai una compensazione, ma si sente ulteriormente gravato da se stesso, fino a creare un intrico insolubile di "self-loathing", di modelli educativi insostenibili.   Ho letto che all'epoca sollevò un mare di scandali e di processi, non ne sono sorpreso dopo averlo letto, e il ruolo degli scrittori dovrebbe essere precisamente questo, farci conoscere quella parte del mondo (e quindi di noi stessi) che spazziamo sotto allo zerbino.

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Conosci l'autore

Hubert jr. Selby

1928, Brooklyn

Hubert Selby Jr. (1928-2004), ex marine, a lungo afflitto da problemi di salute, dipendenza dalla droga e depressione, approdò alla scrittura da autodidatta e rimase perlopiù ai margini della scena letteraria mainstream, ma fu ammirato e sostenuto da figure cardine della controcultura come Allen Ginsberg, Amiri Baraka e Anthony Burgess. Oltre a Ultima uscita per Brooklyn (Sur 2017), ha lasciato una raccolta di racconti (Canto della neve silenziosa, Feltrinelli) e cinque romanzi, fra cui Requiem per un sogno (che ha ispirato il film omonimo ) e Il salice (Fazi Editore).

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