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Un'autobiografia piena di spirito che conquista come un film avvincente.
Dietro i suoi inconfondibili occhialetti bianchi, Lina Wertmliller ha saputo tratteggiare, con sguardo tagliente e acuto, un'Italia sempre in lotta con la propria identità: gaudente eppur cattolica, scugnizza ma anche insopportabilmente borghese, metallurgica e padronale. In queste pagine ricche di humour e piene di energia, racconta le sue mille avventure professionali e umane, la fitta e gioiosa trama di incontri e amicizie. Con due nuovi capitoli e un'intervista esclusiva all'autrice a cura di Valerio Ruiz in occasione dell'Oscar alla carriera.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lina Wertmuller si conferma una accattivante e talentuosa narratrice non solo con la macchina da presa ma anche con carta e inchiostro. In questo libro, che raccoglie i suoi ricordi e le considerazioni sulla sua vita personale e lavorativa, alterna senza risparmiarsi racconti sulle sue marachelle scolastiche ( in particolare di come vendeva riviste erotiche trovate in casa per comprarsi i suoi amati fumetti) e sulle vacanze estive a Francavilla a mare a dolorosi ricordi riguardanti l'occupazione nazista a Roma e l'incontro con il barone sul tram . La bellezza di questo testo, per me, stà proprio nel talento dell'autrice nel trasmettere la semplicità e al tempo stesso la straordinarietà degli incontri che hanno riempito la sua vita, tra adorabili figuracce ad ammalianti proposte. Senza mai perdere la sicurezza in sè stessa e lasciarsi travolgere nè dal successo nè dall'insuccesso. Mi ha colpito,inoltre, di questo libro delicato,schietto e ironico la capacità della Wertmuller,alla sua veneranda età, di non lasciarsi fare prigioniera dai ricordi del passato ma di festeggiarli nel modo opulento e senza freni che le è proprio. Infine, ho molto apprezzato le sue considerazioni sul successo lampo e sull'importanza di sviluppare la propria maturità professionale e personale attraverso la gavetta e l'amore per il proprio lavoro. Davvero un gran bel libro,senza accorgertene arrivi alla fine arricchito e con il sorriso sulle labbra!!
"Tutto a posto e niente in ordine. Vita di una regista di buonumore", scritta da Lina Wertmuller, è un'autobiografia ricca di verve e ironia, come i tanti film che questa popolarissima regista ha diretto. Opere che Lina definisce grottesche e non commedie. La regista sembra avere ereditato dal padre il carattere ribelle, dimostrato sin dall'infanzia allorquando alla scuola elementare , costretta all'ubbidienza da regole che si uniformavano a quelle dell'educazione - costruzione dei giovani balilla, le scappa un bisogno corporale , alla presenza di una severissima sorvegliante e di un'altrettanto severa maestra. L'ingresso nel mondo del cinema è graduale: prima solo assistente , quindi regista con un film , I Basilischi, costato pochissimo e interpretato anche da parenti e amici, come la fedelissima Flora Carabella. Ma la Wertmuller è un'antesignana anche degli sceneggiati televisivi, come quel Gianburrasca destinato alla tv dei ragazzi. Esso fu un tale il successo da essere poi trasmesso al sabato sera, come i grandi show stile Studio Uno. Dopo le regie di due musicarelli con Rita Pavone e un western di serie B con Elsa Martinelli, firmate con pseudonimi, il successo con le pellicole interpretate dal suo attore preferito, Giancarlo Giannini. I viaggi negli Usa, le candidature agli Oscar, lo sbeffeggiare il sistema hollywoodiano. L'amicizia con Zeffirelli e con Sophia Loren, da lei reinventata completamente come attrice col film Fatto di sangue. Per la Wertmuller , la vita è cinema e il cinema è vita. L'unica eccezione in questa sua totale immersione nella celluloide , il matrimonio con lo scenografo Enrico Job. Un ménage assolutamente unico, simbiotico e artisticamente straordinario. Negli anni Ottanta e Novanta assistiamo a una discesa artistica di Lina Wertmuller. Cupio dissolvi che lei non ammette, originato da un certo narcisistico compiacimento.
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