Tutti i giorni
di Terézia Mora
Un uomo bello, silenzioso e al tempo stesso in grado di padroneggiare perfettamente dieci lingue imparate in laboratorio, Abel Nema è l'eroe di questo romanzo salutato dalla critica come uno dei migliori degli ultimi anni. All'inizio lo troviamo, in fin di vita, penzolante a testa in giù da un attrezzo di uno squallido parco giochi. Se non fosse per il trench spiegazzato che ricadendo fa pensare alle ali di un pipistrello, sembrerebbe l'Impiccato dei tarocchi. Chi è Abel Nema, l'enigmatico e affascinante protagonista di questo libro? E come è finito in quel parco giochi? Sappiamo che è un esule, un uomo fuggito da un paese dilaniato dalla guerra, un paese che non esiste più. È approdato nella città di B., una metropoli occidentale dove la sua vita, tutti i giorni, continua come un'odissea fra palazzi grigi e una variopinta umanità sbandata che gli somiglia. C'è un gruppo di musicisti balcanici, una banda di ragazzini rom, un losco night anonimo, ma anche la dolce Mercedes, che lo sposa con l'intento di salvarlo, e il suo bizzarro bambino Omar che ha rinunciato a un occhio in cambio della saggezza. Abel Nema riuscirà a trovare una collocazione nel luogo che lo ha accolto? )
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