Un ebreo? Un portoghese? Un mercante? Un filosofo? Lui firmava le sue lettere Bento, Benedictus o, semplicemente, B. Spinoza nacque ad Amsterdam, in una famiglia di ebrei sefarditi costretti a convertirsi al cristianesimo e fuggiti dal Portogallo. Nell'Olanda del Seicento pensare, e quindi scrivere, sono atti, gesti spettacolari e coraggiosi. In questo tempo di rivoluzioni scientifiche e di guerre di religione, di epidemie e di vertiginosa espansione del commercio, i filosofi sono uomini d'azione. Conoscere Spinoza significa entrare nelle vite che si sono intrecciate con la sua: Saul Levi Morteira, il rabbino capo della comunità ebraica di Amsterdam; Adriaen Koerbagh, enciclopedista in anticipo di un secolo; Franciscus Van den Enden, attivista fortemente contrario a Luigi XIV; Stenone, anatomista geniale; Leibniz, che si confronta con Spinoza sulla grande scacchiera metafisica degli infiniti e delle virtù, di Dio e delle certezze. Nel racconto di Maxime Rovere la vita entra prepotentemente nella storia del pensiero e getta luce su un mondo lontano nei secoli. È un ritorno alle nostre origini nella forma di un sogno storico e filosofico, completamente costruito su fatti e testi: Spinoza è il protagonista dell'avventura della ragione moderna, di cui in questa grande narrazione si può seguire giorno per giorno la nascita, guardando come si animano le idee e come il pensiero si fa strada nell'esistenza. Non un romanzo scritto a partire da una storia vera, ma una ricerca per avvicinarsi, attraverso tutti i mezzi della letteratura, alla verità di un universo perduto.
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Un piccolo capolavoro. Storia, filosofia e agiografia insieme. In storia della filosofia, senza interdisciplinarita' ho sempre fatto fatica a contestualizzare e a rapportare Spinoza con economia, politica e situazione sociale del '600. Neppure i personaggi che hanno inciso su di lui o lo hanno solo accostato, venivano ricordati. Grazie a questo giovane autore sono riuscito a chiarire tante cose e ad ammirare ancora di più questo filosofo.
"strano" romanzo storico-saggio che ci vuole presentare e narrare la figura del grande Spinoza non attraverso un'analisi del suo pensiero, ma facendolo emergere dal mondo in cui si suppone, e in parte si sa dai documenti, sia nato e cresciuto: L'Olanda del seicento,tanto per citare Nadler….Un paese tanto piccolo quanto importante dal punto di vista commerciale e culturale. Un'infinita' di conflitti sanguinosi per motivi politici e religiosi…..spagna e francia a disputarsi i territori olandesi, la liberta' finalmente raggiunta, il persistere dei conflitti tra i fautori di una repubblica laica, anglofili (i tempi di Cromwell) ed i conservatori appoggiati dagli Orange di francia e dai calvinisti. Nel mezzo, le costanti conflittualita' della fondamentale componente ebraica,prevalente nei commerci e nella cultura, sommamente divisa e frazionata per lingua,origini, maggiore o minore obbedienza alle scritture. Questo il mondo delle "vite di Spinoza", nel quale conosceremo tutti personaggi che in modo o nell'altro hanno influenzato la sua crescita umana ed intellettuale. La scrittura non e' linearissima e spesso un po' confusa per la pletora di nomi e fatti,avvenuti o in parte "verosimili", ma comunque interessante per il cultori dell'immenso Bento de Espinoza. Terminato il libro,la sensazione forte e' quella di una vera passione da parte dell'autore per la figura ascetica, spesso leggermente scostante, del grande filosofo e con questo si spiegherebbero alcune scivolatine romantico-retoriche forse non necessarie,ma non sgradevoli. Comunque massimo dei voti per uno sforzo davvero immane e per un risultato sicuramente unico nel suo genere …