A Publio Cornelio Tacito si deve l'affresco storico più poderoso concepito in epoca imperiale. Di lui ignoriamo luogo e data di nascita precisi; sappiamo che scrisse mentre regnava Adriano. La sua potente ricostruzione si svolge dalla morte di Augusto all'avvento di Tiberio negli Annales; dalla morte di Nerone a quella di Domiziano nelle Historiae. A queste e alle opere minori egli affida la visione lucida e dolente di un mondo che non può fare a meno di Roma perché Tacito non intravvede la possibilità di un altro assetto sociale e politico che non sia il dominio romano insieme allo sdegno e all'amarezza per essere costretto a constatare e a registrare per i posteri gli orrori e le mostruosità cui il potere (che contrappone alla virtus repubblicana) sembra inevitabilmente condurre.)
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