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Ho letto tutti i volumi, nella versione Oscar Mondadori sono 12, e ora sono orfana di tanti fantastici personaggi! Martin è stato molto bravo a creare personaggi, luoghi ed eventi che pian piano si incontrano, si incastrano e spesso si scontrano l’un l’altro e facilmente ci si ritrova a fare il tifo per un personaggio o una fazione, come in ogni saga che si rispetti. Le descrizioni sono accuratissime: si possono immaginare i cibi che vengono serviti, sulle tavole dei nobili così come quelli delle taverne, i luoghi passano davanti agli occhi mentre si legge e i personaggi non sono mai banali, ognuno è perfettamente caratterizzato. Sicuramente consiglio la lettura, anche a chi come me non è appassionata di fantasy ma vuole una bella storia di evasione, ma non è certo una saga che può essere interrotta e ripresa perché il rischio di perdersi è molto alto. Una critica però devo farla: ad un certo punto sembra che l’autore non sappia più come fare agire alcuni personaggi e mette in campo la magia e, a mio parere, questo nuovo “ingrediente” in una saga già così ricca forse è di troppo.
Libro ricco di colpi di scena che incollano il lettore alle sue pagine
Il miglior volume della saga ad oggi.
La lunga attesa, che si sviluppa nel volume precedente, si rompe nel succedersi delle vicende avvincenti e delle svolte in questo quarto volume, ultima parte del secondo libro. I fatti si susseguono in un ritmo incalzante, forse più che nei primi due volumi, con avvenimenti che sembrano dare una svolta che si susseguono in ritmo continuo. Spettacolari i racconti delle battaglie, contemporaneamente scontri singoli e campali, ed anche la descrizione del non visto, non detto. Quei flashback che riassumono grandi ed importanti avvenimenti. Il lettore che è partito dal primo libro capisce che stiamo entrando in una fase di svolta nella storia, di cambiamento. La gran parte dei personaggi lascia luoghi o situazioni a cui era ancorata da tempo, alcuni con piacere, altri forzati. Molti intraprendono un percorso, un viaggio, del quale è impossibile definire la lunghezza e l'esito, a volte persino la meta. Soprattutto i più giovani partono per quello che sembra già essere un classico percorso di formazione, che già comincia qui, che li porterà a compiere scelte e a prendere strade dalle quali non si potrà tornare indietro, che segneranno una svolta, ma non per forza positiva. Si rompono le certezze e le speranze di alcuni, si rafforzano le posizioni di altri, delle quali però Martina pone già le fragilità sullo sfondo. Ancora una volta la caratterizzazione dei personaggi, anche quelli secondari, è encomiabile, così come la descrizione dei luoghi, quasi che l'autore sia un antico esploratore in visita nei luoghi generati dalla sua stessa fantasia. Ancora una volta l'alternanza tra suspense e risoluzione e spettacolare, così come i colpi di scena, che tengono il lettore incollato alle pagine, costringendo, per la quarta volta, ad una lettura serrata, forse anche più che di alcuni dei volumi precedenti. Quando si chiude l'opera la voglia di passare al quinto volume, ovvero il terzo libro delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, è il desiderio massimo nella mente del lettore.