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Una Genova reale moderna ma oscura e piena di misteri come la Roma del "Segno del comando",il passato che ritorna a condizionare il presente, gli arcani disegni del destino che lasciano segni indelebili nell'inconscio delle successive generazioni, un poeta geniale e visionario, un pittore bravo e sfortunato. E' questo l'humus su cui si sviluppa un giallo avvincente che sarebbe un'ottima sceneggiatura per un film se un bravo regista avesse la fortuna di leggerlo.
Davvero un bel giallo "nostrano". Complimenti all'autore da una ragazza genovese appassionata di gialli
Un paio di volte l'anno decido di fare il turista per la mia citta'. Risalgo Salita di Porta Soprana, prendo per Ravecca, mi dirigo verso S.Maria di Castello e poi ridiscendo per P.zza Cavour per qualche carruggio di cui ignoro il nome oppure sbuco dalla Rina. Questo per me e' un tragitto "magico". Qui e' nato Genova con il suo Castro Pretorio 2500 anni fa. Fra Campopisano, Via Madre di Dio, Via dei Giustiniani. Genova e' l'unica citta' che io abbia mai frequentato che offre una cosi' vasta area urbana "antica". Poi monumenti ma tanta citta'. Vuoi sapere come era fatta una citta' nell'anno 1000? Vai a Genova. Non ci sono fronzoli: se un vicolo e' pericoloso oggi lo era anche allora. E se puoi evitalo. Qui non c'e' nulal di finto. Torniamo al libro: incredibile! Il fulcro del racconto e' proprio nella mia zona "preferita", fra le chiese romaniche i cui colonnati recuperano antichi templi romani e quadri del grande '500/600 Genovese. La trama e' davvero bella e "misteriosa" quanto lo deve essere. Io adoro il giallo e questo e questa storia supera di gran lunga quella dei best-seller da un tanto al kilo. Pero' per me e' tutto guastato dai dei dialoghi inverosimili (sembra che sia Umberto Eco a parlare allo specchio, dati i termini utilizzati) ed una storia d'amore, se non inutile, quantomeno infantile.
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