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Anno edizione: 2015
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I corsari sono tematicamente utili ma narrativamente imbarazzanti nel romanzo e le descrizioni paesaggistiche sono tutte da buttare via, ma Balzac dell'ammuina di superficie non ha bisogno, perché quando dico che non succede niente, è alla superficie che mi riferisco: Balzac è immediatamente nella profondità: non solo delle psicologie in atto - che gli riescono incisive e crude - ma della società tutta: dell'ambiente, della cultura, delle forze costrittive che precedono ogni azione privandola non solo della libertà, ma: della spontaneità; una tragedia assai più totalitaria. Balzac sa che anche in un attimo di apparente immobilità si sta scatenando nel mentre il caos complessivo e irrefrenabile, e lo racconta: come il passato e il futuro si urtino creando l'esplosione visibile e invisibile del presente.
Scritto tra il 1828 e il 1844, numerose volte rimaneggiato, La femme de trente ans è Julie de Chastillon moglie dell'egoista ed egocentrico colonnello Victor d'Aiglemont. Molto infelice Julie si invaghisce platonicamente di Lord Arthur Grenville, ma non cedendo alla tentazione ne provoca involontariamente la sua morte. Il rimorso e l'amore perduto saranno placati dal nobile Charles di Vandenesse che renderà Julie anche madre di un bambino, Charles, che morirà spinto nel fiume da sua sorella Hélène, figlia di Victor d'Aiglemont e non molto amata dalla madre perchè frutto di un legame doloroso. Strane e misteriose circostanze porteranno Hélène ad abbandonare la famiglia. Drammatica la conclusione del romanzo! "Tutti gli errori, non esclusi i delitti, hanno inizio da un falso ragionamento o da qualche eccesso di egoismo."
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