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Il treno - Andrea Laprovitera,Andrea Vivaldo - copertina
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Descrizione


È la mattina del 2 agosto 1980. Marco viaggia in treno verso Bologna, quando il convoglio comincia lentamente a fermarsi senza alcuna ragione apparente. Pochi minuti dopo, a bordo comincia a diffondersi una notizia: nella stazione di Bologna c'è stato un attentato. Teso e angosciato, Marco abbandona il treno e corre lungo i binari, verso il luogo della tragedia. Febbraio 1968, dodici anni prima: Marco e Andrea sono poco più che ventenni e frequentano la stessa facoltà, attualmente occupata dagli studenti del movimento di contestazione. Tra questi anche Sandra, di cui entrambi i ragazzi - diversi per indole ed estrazione eppure molto amici - sono innamorati. La tensione politica è forte, si tocca con mano: ma il peggio deve ancora arrivare. Il 2 agosto di trent'anni fa, una bomba smembrava la stazione di Bologna e sconvolgeva per sempre il destino d'Italia. Oggi, due giovani autori affilano le armi del 'graphic journalism' e ci raccontano una storia d'amore, d'amicizia, di passione e di politica. Un lungo filo teso tra il 1968 e il 1980: per non dimenticare
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Dettagli

2010
14 luglio 2010
128 p., ill. , Brossura
9788817040907

Voce della critica

"Il treno viaggia deciso e inarrestabile, lungo le spirali del tempo, sui binari costretti e contorti che la storia stessa ha descritto. A bordo, tre giovani vite – unite da un passato che non si può dimenticare – lottano per il proprio presente e per il futuro di molti, dirette verso un'unica terribile destinazione: un boato che da trent'anni non smette di riecheggiare". Immaginare. Questa la parola chiave del fumetto Il treno, dedicato alla strage di Bologna. Un tema prepotente affrontato qui da due giovani autori con delicatezza e misurata intelligenza. Laprovitera e Vivaldo hanno saggiamente scelto la via dell'immaginazione per raccontare fatti non vissuti direttamente sulla pelle, ma interiorizzati negli anni.
Quasi a suggerire come ogni generazione si senta parte di quella sofferenza. Il punto di vista è quello di tre ragazzi, Marco, Andrea e Sandra, e l'azione è scandita dall'intrecciarsi delle loro storie attraverso una serie di flashback che portano il lettore ora nel 1968, ora nel 1980: due date chiave sia per i protagonisti sia per la strage di Bologna. Entrambi innamorati di Sandra, Marco e Andrea frequentano l'università proprio negli anni della contestazione. Amici per la pelle, dovranno ben presto fare i conti con la diversa educazione e le differenti inclinazioni politiche, in un crescendo di incomprensioni, ripicche e separazioni. Andrea e Sandra si fidanzeranno e si uniranno ai movimenti studenteschi, mentre Marco finirà nelle buie maglie del neofascismo. La ricostruzione storica è minimale, mai retorica o politicizzata, con riferimenti precisi e puntuali, spesso affidati alle frasi realmente usate dai telegiornali di quei giorni o alle parole di Pier Paolo Pasolini, Bulgakov e Conrad. Ed è proprio il demandare a parole altrui che rende questo fumetto un romanzo grafico vero e proprio, e non di parte. Al pari delle parole, le livide tavole di Andrea Vivaldo raccontano infatti universi e pieghe: la profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi passa anche attraverso i disegni, nei chiaroscuri, nell'espressione dei volti, nella drammaticità della realtà e nei suoi dettagli. Un bianco-nero che suggerisce colori complessi e che ben delinea l'evoluzione dei pensieri e delle sensazioni dei protagonisti.
Il volume termina con un'intervista a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione Parenti delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Ottantacinque morti e duecento feriti. Un bilancio amaro per una strage i cui mandanti sono ancora ignoti. Una strage che, come dice giustamente Bolognesi, "ha reso tutte le nostre vite un po' più povere". Il volume ci offre l'occasione di confrontarci con una delle pagine più buie della nostra storia, ed è bello che questo possa avvenire anche attraverso un fumetto, ponte tra generazioni e forma d'intrattenimento per eccellenza che, ultimamente e sempre più spesso, veste l'abito della denuncia sociale o della riflessione. Un fumetto intenso e coraggioso, da leggere tutto d'un fiato, da regalare e da lasciare sedimentare dentro di sé.
Stefania Celesia

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