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Libro candidato da Gaia Manzini al Premio Strega 2021
L'anno con tredici lune è un evento raro nel calendario lunare, si dice causi terremoti emotivi a chi è dotato di una spiccata sensibilità.
«Ci tiene incollati alla pagina, tra riflessioni ironiche, grottesche e disperate, microracconti, romanzi di altri, film mentali, in cui possiamo guardarci tutti come dentro uno specchio distorto.» - Francesca Frediani
Elsa è arrivata in treno venerdì. L'uomo che la ama, la voce di questa storia, è andato a prenderla in stazione con lo scooter, hanno infilato il trolley di traverso sulla pedana e sono corsi a casa - le ha fatto trovare il suo yogurt preferito e la tisana al mirtillo. Si rivedono dopo molti mesi, questa volta con l'intenzione di stare insieme a lungo. Ma nel giro di pochi giorni, di poche ore, tutto il paese verrà chiuso, ogni spostamento verrà impedito: Elsa deve tornare a Napoli dai suoi genitori anziani, dal suo lavoro, non può restare confinata chissà per quanto in un'altra regione, in una piccola città di provincia. Dice che vorrebbe rimanere ma non può, è tutto così complicato e difficile in quest'anno con tredici lune, e la domenica riparte già. Lui vorrebbe trattenerla lì con sé però la capisce, e la lascia andare. È un editor e nelle pagine dei libri sa bene come gestire un amore lontano, è un luogo comune letterario con cui è capace di giocare; ma nella realtà sempre più senza tempo di una pandemia che diventa nuova quotidianità e di una relazione che sfuma nell'indecifrabile, i romanzi non bastano, i libri non sono nulla di fronte al pensiero di perdere quella donna. Giorno dopo giorno, in un presente di reclusione e confusione, davanti allo specchio mentre si lava le mani o in bici, finalmente in bici con l'aria in faccia, si ritroverà da solo a cercare un senso e una direzione, da solo a sperare di rivedere Elsa in un anno senza certezze.
Proposto da Gaia Manzini al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«“Ci baciamo per scambiarci la nostra aria per respirare insieme. Per cospirare, perché un amore un legame è una cospirazione, qualcosa che ci unisce e accorda e separa dal resto.” Ma anche un libro è una cospirazione: nasce da una sola persona, una cospirazione solitaria, poi si allarga a due persone, arriva a chi ci crede e intende sostenerlo, quindi continua a crescere fin quando giunge in libreria e ogni lettore lo consiglia a due amici, infettandoli. Ogni libro è una storia d’amore, l’unico contagio auspicabile per chi ama la letteratura. Alessandro Gazoia nel suo Tredici lune racconta di un editor, della sua vita personale e del suo lavoro ai tempi della pandemia, trovando una voce esatta e naturale: quella di un uomo di cultura che si ritrova a soppesare il senso delle parole e della propria quotidianità. La pandemia e le sue conseguenze assumono qui un’importanza peculiare perché non fanno che estremizzare le caratteristiche specifiche del lavoro intellettuale: l’isolamento necessario, la distanza dalle persone con le quali si lavora, il bastare a sé stessi perché forti di un’appartenenza che non dipende dal luogo nel quale si vive, ma da un luogo ideale fatto di parole. Con la differenza fondamentale che solo pochi mesi fa quell’isolamento era violabile, la distanza dal mondo si poteva accorciare quando se ne aveva necessità. Il protagonista di questo libro si arma di binocolo e guarda le persone per strada. È il bisogno degli altri che si traduce nel bisogno di immaginare le loro esistenze. Ancora una volta nel bisogno insopprimibile di storie: cospirazioni che ci salvano la vita. Sulla base di queste riflessioni, propongo agli Amici della domenica la candidatura di Tredici lune di Alessandro Gazoia, edito da nottetempo, al LXXV premio Strega.»
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