Nel novembre 2007 va in scena all'Auditorium Parco della Musica di Roma "Moby Dick. Il reading". Quel progetto diventa, dopo quasi due anni, un libro in cui Alessandro Baricco traduce e commenta alcune scene significative del capolavoro di Herman Melville componendone l'architettura. "L'impressione di trovarsi davanti (in mezzo) a tanti libri, più che a uno solo, è innegabile". Baricco parte da questo assunto per realizzare una nuova possibile struttura del capolavoro di Melville, che restituisca al lettore il privilegio di leggere, ascoltare, gustare insieme scene, eventi e dialoghi che nel libro originale sono lontane decine, centinaia di pagine. Ecco quindi che l'ingaggio di Ishmael, pagine ricche di ironia che virano spesso verso la commedia, viene accostato alla partenza del Pequod, il lento allontanarsi dalla sicurezza del porto che segna l'inizio del cambio di registro, il portale d'ingresso verso la tragedia. La celebre scena del doblone, quella il cui l'oscuro capitano Ahab convince l'intera sua ciurma a seguire quella che è una sua ossessione privata, una sua privata vendetta, scovare e sconfiggere la Balena Bianca, viene qui rivisitata e riletta in chiave teatrale. Baricco in questo caso accoglie e amplifica la difformità stilistica del romanzo. L'immediatezza scenica, i dialoghi secchi preceduti dal solo nome del personaggio, le poche descrizioni che potrebbero far pensare a scarne didascalie ci introducono immediatamente in un universo che non è più quello del romanzo.)
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