In-4°, pp. da 619 a 682, copertina muta moderna, con titoli manoscritti su tassello in carta alla copertina anteriore. Stralcio originale da rivista. Con una tavola fuori testo raffigurante due xilografie, in bianco e nero, contenute nelle stampe da cui sono tratti due dei tre cantari. Leggere macchie d'umido, per il resto in buono stato. Nell'articolo vengono pubblicati tre poemetti di carattere popolare sulla storia di Genova, componimenti da cantastorie, uno tratto da un manoscritto e due da antiche e rare pubblicazioni a stampa, edite, queste ultime, senza dati tipografici, ma uscite probabilmente a Genova o a Savona fra il 1522 e il 1530. Per quel che concerne la prima operetta, tratta dal manoscritto, circa l'argomento così l'autore dell'articolo: "Noi qui avremmo volontieri fornito alcuno schiarimento sui fatti, se non narrati, ivi accennati e sulla occasione di essa poesia ma umilmente confessiamo non essercene potuti cavare con onore. Parlando in globo, si tratta di un poeta partigiano (e a quanto pare pagato dalla Corte ducale di Milano, giacché, come si disse, il ms. fu trovato colà), il quale dopo morto alcuno di que' Duchi tenta persuadere i Genovesi a rimanere tranquilli, sotto la signoria della vedova e dei figli dell'estinto, e a non dar retta alla parte contraria della città che preferisce i francesi". Il secondo componimento tratta della decadenza di Genova a causa dei contrasti e delle scissioni tra i propri cittadini, enumerando e cantando una serie di valorose imprese e di tradizioni leggendarie che videro protagonista la città. Ha per titolo: "Il lamento di Genoa". Il terzo cantare narra della vittoria che Filippino Doria riportò sugli Spagnoli nella battaglia navale combattuta nel Golfo di Salerno il 20 maggio 1528 si intitola "Operetta novamente composta, qual tratta come il conte Filipino con otto galere del nobile Andrea Dorio [sic!] ha rotta larmata di Napoli, le quale erano tra galere, fuste, berganni, et barche numero vintiquatro, o vintisei armate con molti soldati e grossa artigliaria, et altre cose che fanno mestieri, come legendo intenderete".
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