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Trastullo degli dei - Rudolf Hagelstange - copertina
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Trastullo degli dei
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Trastullo degli dei - Rudolf Hagelstange - copertina
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Descrizione


Volume rilegato, traduzione di Ervino Pocar, tomo parte della collana "Un libro al mese con codice " B 2, copertina rigida telata monocolore, segnata da mende da urti alle punte e alle cuffie, da comuni abrasioni da contatto e lievemente scurita, i fogli, appaiono in buone condizioni, nonostante la moderata brunitura, più marcata ai margini, modesta la scuritura dei tagli. N. pag. 361
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Dettagli

1961
  • Prodotto usato
  • Condizioni: Usato - In buone condizioni
2560668096565

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Sensibilità stilistica

Hagelstange fu poeta ostinato, incorreggibile, dallo spirito indomabile. Scrisse sonetti nel nostro Paese durante la Seconda guerra mondiale, lì pubblicó in clandestinità poiché egli professava un credo anti-nazista; era perfettamente conscio del pericolo cui andava incontro, però resistette rimarcando, a più riprese, la sua indole di irriducibile contestatore. Il poeta tedesco era solito affrontare la frantumazione dei propri pensieri con rigore e logicità, nondimeno le sue liriche erano rafforzate da un pathos e una fitta autenticità propri, per l'appunto, del sentire dissenziente. La fenomenologia della sua opera trae in sé una speciale funzione: affidarsi alle esperienze vissute per farne strumenti di contemplazione. Sensazioni, memorie, empirismo, in "Trastullo degli dei", si congiungono in un'unica attività creatrice. Hagelstange rifugge dall'imposizione del cordone sacro: come le ideologie superomistiche anch'esso è causa di stragi e distruzioni senza fine. Le sue posizioni, per l'epoca, erano inconciliabili con le attese della pubblica opinione dominante e ancora oggi l'artista non viene celebrato con tutti gli onori che gli spetterebbero. Non osava trasporre l'immaginazione nella cruda realtà, però riusciva a conservare un'interpretazione quasi sentimentale della stessa. In certi versi era squisitamente espressivo, nonostante la drammaticità circolante restava inalterata la sua sensibilità stilistica.

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Hagelstange fu poeta ostinato, incorreggibile, dallo spirito indomabile. Scrisse sonetti nel nostro Paese durante la Seconda guerra mondiale, lì pubblicó in clandestinità poiché egli professava un credo anti-nazista; era perfettamente conscio del pericolo cui andava incontro, però resistette rimarcando, a più riprese, la sua indole di irriducibile contestatore. Il poeta tedesco era solito affrontare la frantumazione dei propri pensieri con rigore e logicità, nondimeno le sue liriche erano rafforzate da un pathos e una fitta autenticità propri, per l'appunto, del sentire dissenziente. La fenomenologia della sua opera trae in sé una speciale funzione: affidarsi alle esperienze vissute per farne strumenti di contemplazione. Sensazioni, memorie, empirismo, in "Trastullo degli dei", si congiungono in un'unica attività creatrice. Hagelstange rifugge dall'imposizione del cordone sacro: come le ideologie superomistiche anch'esso è causa di stragi e distruzioni senza fine. Le sue posizioni, per l'epoca, erano inconciliabili con le attese della pubblica opinione dominante e ancora oggi l'artista non viene celebrato con tutti gli onori che gli spetterebbero. Non osava trasporre l'immaginazione nella cruda realtà, però riusciva a conservare un'interpretazione quasi sentimentale della stessa. In certi versi era squisitamente espressivo, nonostante la drammaticità circolante restava inalterata la sua sensibilità stilistica.

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Hagelstange fu poeta ostinato, incorreggibile, dallo spirito indomabile. Scrisse sonetti nel nostro Paese durante la Seconda guerra mondiale, lì pubblicó in clandestinità poiché egli professava un credo anti-nazista; era perfettamente conscio del pericolo cui andava incontro, però resistette rimarcando, a più riprese, la sua indole di irriducibile contestatore. Il poeta tedesco era solito affrontare la frantumazione dei propri pensieri con rigore e logicità, nondimeno le sue liriche erano rafforzate da un pathos e una fitta autenticità propri, per l'appunto, del sentire dissenziente. La fenomenologia della sua opera trae in sé una speciale funzione: affidarsi alle esperienze vissute per farne strumenti di contemplazione. Sensazioni, memorie, empirismo, in "Trastullo degli dei", si congiungono in un'unica attività creatrice. Hagelstange rifugge dall'imposizione del cordone sacro: come le ideologie superomistiche anch'esso è causa di stragi e distruzioni senza fine. Le sue posizioni, per l'epoca, erano inconciliabili con le attese della pubblica opinione dominante e ancora oggi l'artista non viene celebrato con tutti gli onori che gli spetterebbero. Non osava trasporre l'immaginazione nella cruda realtà, però riusciva a conservare un'interpretazione quasi sentimentale della stessa. In certi versi era squisitamente espressivo, nonostante la drammaticità circolante restava inalterata la sua sensibilità stilistica.

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(Nordhausen 1912 - Hanau 1984) poeta e narratore tedesco. Legato a un realismo tradizionale, divenne noto con la raccolta di liriche Credo veneziano (Venezianisches Credo, 1945, nt), che riflette la situazione esistenziale della generazione uscita dalla guerra. Di tono autocritico è la Ballata della vita sepolta (Ballade vom verschütteten Leben). Nei romanzi Trastullo degli dei (Spielball der Götter, 1959) e Il gran birbone (Der große Filou, 1976, nt) racconta in chiave ironica le vite di alcuni eroi greci. Ha tradotto in tedesco molti autori della letteratura italiana (tra i quali Boccaccio e Poliziano).

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