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Purtroppo il racconto è fuori tema rispetto all'orrore descritto dal titolo ma riporta piuttosto la storia di una madre che abbraccia una doppia conversione: al cristianesimo elaborando il dubbio nella fede buddista, e alla condizione di "occidentale" una volta riuscita a conquistare l'espratrio. Sotto tono rispetto alle aspettative. voto 2 nel rispetto del dolore della protagonista. Forse il racconto è stato troppo influenzato dalla connotazione della casa editrice?
tanto interessante l'esperienza di vita dell'autrice nella cambogia dei Kmer rossi quanto superficiale la parte della conversione al cristianesimo. In ogni caso consiglio questo libro perchè è una testimonianza importante
Questo libro l'ho letto d'un fiato, è sconvolgente,ma carico di amore e speranza...questa donna ho vauto il piacere di conoscerla e ascoltare la sua testimonianza è stata la più bella e grande esperienza che poteva capitarmi!!!!la forza che ha ancora oggi è impensabile e la cosa più bella è la sua speranza
Recensioni
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In 20 agili capitoli, l'autrice, C. Ly, racconta la sua agghiacciante esperienza durante uno dei regimi dittatoriali più feroci del ventesimo secolo, quello di Pol Pot, capo dei Khmer rossi, responsabile dello sterminio di quasi due milioni di cambogiani, su una popolazione di sette milioni.I quattro anni di «detenzione» nel campo di lavoro costituiscono l'«inferno», contraddistinto da condizioni disumane: fame, povertà, malattie, privazione di qualsiasi proprietà, sfruttamento del lavoro, indottrinamento dei bambini e loro reclutamento come sorveglianti o soldati, persecuzione dei borghesi e degli intellettuali, esecuzioni sommarie, violenze, vendette, corruzione, delazioni.Grazie alla sua tempra, all'amore per i figli, al senso di ribellione e odio, a qualche favore ottenuto da conoscenti del padre defunto, al colloquio interiore con il Dio degli occidentali (che diventa capro espiatorio e testimone-interlocutore segreto), l'autrice riesce a sopravvivere e a «tornare» da questo inferno, proprio lei appartenente a quella classe sociale che il regime voleva eliminare o «rieducare» con ogni tipo di privazioni.Una testimonianza toccante e sconvolgente, che non intende tanto denunciare o indugiare sulle atrocità commesse dal regime comunista, quanto sottolineare il percorso interiore dell'autrice, che gradualmente passa da un odio sconfinato a una visione illuminata dalla fede in Gesù.Quindi accanto e oltre l'aspetto di attualità storica, c'è l'aspetto spirituale: il percorso di conversione lento e graduale dal buddismo al cattolicesimo, con frequenti paralleli tra filosofia buddista e spiritualità cristiana, tra la figura di Buddha e quella di Gesù.
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