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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2011
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Il libro mi è piaciuto, soprattutto la prima parte, più introspettiva. Si legge d'un fiato ed è scritto bene. A non convincermi, però, come nel Mio Cielo, alcuni contenuti. Perchè Dalila si concede all'uomo con la cicatrice, anche se non le piace? Dopo tante che gliene combina, ella continua a starci, a viaggiare con mezzi di lusso e in alberghi lussiosi. Emerge, suo malgrado, il ritratto di una donna venale. Che si gioca l'amore di un altro ragazzo, disinteressato, che la cura amorevolmente quando giace due mesi in un letto di ospedale gravemente malata, per alla fine rincorrere un ex, egoista e razzista, che la pianta in asso senza pietà. E perchè poi la nota attrice permette a uno sconosciuto siciliano di penetrare nella sua stanza di notte, amandola, in un approccio erotico senza mezzi termini? Tali passaggi non mi hanno convinto e hanno abbassato la qualità del libro. La scrittrice butta all'aria la sua sensibilità per assomigliare a una qualsiasi "facilona". Comunque il libro rimane valido. Anche se lei delude, non come autrice, ma come persona. Attaccata molto al sesso e alla materialità, nonostante i proclami di "innocenza".
Scrive bene, Dalila Di Lazzaro. In questo suo terzo libro l'autrice sviluppa un percorso "a tema" sull'amore, scandito dalle parti in cui il volume è suddiviso: "Petali neri", dedicato allo sfogo per la sua ultima grande delusione d'amore, "Petali azzurri", dove condivide con i lettori tanti episodi della sua vita affettiva, fino alla finale e breve sezione "Petali arancioni", dove l'amore diventa amore per la vita. Se la prima parte soffre un po' di quello che si avverte essere uno sfogo sincero condiviso sulle pagine, la seconda trascina il lettore attraverso i ricordi affettivi di una vita, a volte positivi, a volte meno, a volte persino buffi.. il tutto in una prosa lineare ed elegante davvero bella. Per chiunque abbia dato all'amore una posizione importante nella propria vita le riflessioni di Dalila sul tema risulteranno incredibilmente pertinenti e condivisibili, e sembra quasi strano che una donna bellissima e celebre abbia vissuto queste stesse emozioni, dilemmi, delusioni. Dalila apre il suo cuore con grande coraggio, condividendo con i suoi lettori quei moti del cuore che spesso teniamo nascosti anche ai più intimi degli amici, e lo fa con grande onestà e sincerità. E infatti la sensazione che rimane dopo aver letto i suoi libri è quella di conoscere intimamente questa donna che oggi lotta con il dolore cronico, e di essere diventati almeno un po' suoi amici, come constata anche lei stessa nella nota di chiusura. E il traguardo forse più importante raggiunto dalla Di Lazzaro è quello di riuscire a parlare anche a chi, come me, la conosceva solo di nome e non era suo fan, e quindi si avvicina a lei in quanto scrittrice e non attrice che scrive. Brava Dalila.
Recensioni
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