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Una Chi si è già rivelata al pubblico dei lettori con E duro campo di battaglia il letto nel 1994, considerato come uno dei principali libri della letteratura erotica contemporanea. Il 1997 vide la pubblicazione di Ti vedo meglio al buio, proseguimento della tetralogia conclusasi nel 2000 con L’ultimo desiderio. Ti vedo meglio al buio è raccontato da un io narrante femminile che però non compare tra i personaggi, se non brevemente nel II e nel IV capitolo, racconta di Michele un quarantenne dalla vita amorosa intensa, che viene stregato da Gabriele un giovane dal fascino mediterraneo. Presto l’attrazione sfocia in rapporti fisici descritti dalla docente e traduttrice milanese nel consueto modo crudo ed esplicito pur mantenendo una prosa raffinata, dotta e ricercata. Nel corso della storia entrano altri personaggi come Serge, Mario e il Capitano, omosessuali con cui Michele intrattiene delle relazioni sessuali promiscue. Compaiono anche Sole e Luna, splendide ragazze tedesche, che partecipano alle orge volute dal protagonista maschile. Il libro però non è da pensarsi come un susseguirsi di acrobazie e amplessi amorosi fine a se stessi, in quanto ci sono delle profonde riflessione sul significato dell’amore e della sua perdita, sul senso di lontananza e rimpianto per una giovinezza, quella dell’io narrante, che sfugge. Il tema dell’omosessualità virile viene dunque trattato dalla scrittrice milanese senza tabù o moralismi che potrebbe infastidire qualche lettore dalla sensibilità o educazione cattolica, ma questa variante del comportamento sessuale umano è sempre stata presente nel corso della storia dell’uomo sin dai tempi dell’antica Grecia dove era considerato del tutto normale, basti ricordare che una delle più grandi poetesse classiche, Saffo di Lesbo, aveva questo orientamento erotico. Quindi il volume di Bruna Bianchi è consigliato per lo stile letterario elegante, anche se il tema e la crudezza di alcuni passi possono urtare la delicatezza di qualcuno.
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