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La Corte penale internazionale (CPI) ha emanato cinque mandati di arresto, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, contro leaders dei ribelli ugandesi. Un ulteriore mandato contro un membro di una forza armata coinvolta nel conflitto dell’Ituri, per arruolamento militare di bambini al di sotto dei quindici anni. Il Consiglio di sicurezza ha rinviato alla Corte la situazione dei crimini contro l’umanità e crimini di guerra che vengono commessi nel conflitto in corso in Sudan. Lo Statuto della CPI non solo rappresenta un astratto codice dei crimini contro l’umanità e crimini di guerra ma, dopo la sua adozione, esso è divenuto concretamente applicabile. Ed è la prima volta che un tribunale penale internazionale persegue un sospettato di arruolamento di bambini in un esercito. È così che, per poter esercitare la loro competenza primaria di punire i responsabili di questi crimini, gli Stati hanno bisogno di dare esecuzione allo Statuto di Roma. In vari Stati questo processo è stato già compiuto, in altri è in atto. Appare dunque attuale la pubblicazione di un’opera sull’adattamento degli ordinamenti interni allo Statuto della Corte. Subito dopo l’adozione dello Statuto di Roma, studiosi di varie istituzioni scientifiche del mondo hanno iniziato un lavoro di analisi delle legislazioni nazionali e dei progetti di adattamento allo Statuto di Roma. Nel 2000 è uscito “The Rome Statute and Domestic Legal Orders” sotto il coordinamento di C. Kreß e F. Lattanzi. Tale lavoro è proseguito negli anni successivi e ha portato alla pubblicazione, nel 2005, di un secondo volume curato da C. Kreß, F. Lattanzi, B. Broomhall e V. Santori. I due volumi rappresentano il risultato di una ricerca condotta da due università italiane, “Università di Teramo” e “Università di Roma Tre” e finanziata dalle stesse istituzioni. Attualmente, tale ricerca è ancora in corso, al fine della preparazione di commenti ai futuri atti legislativi di adattamento allo Statuto della CPI e alle situazioni e agli affari all’attenzione della Corte.
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