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“Thanatografia” è, letteralmente, “Scrittura” di “Morte”, entrambe intese in quanto Azioni, ché alla struttura formale di questa risultano conformi. Scrittura è il supremo esplicarsi dell’Azione: essa è l’Azione che scrive la struttura formale dell’Azione in quanto tale e dunque inscrive in se medesima ogni Azione. Morte, d’altro canto, è il supremo implicarsi dell’Azione: essa è un’Azione determinata in cui l’Azione accade nel suo grado zero. Morte è un momento dell’Azione della Vita ma, per usare una arguta espressione tedesca, è Stillleben (lett.: natura morta), ossia Vita silente, rappresa e chiusa in sé ma allo stesso tempo dispersa. Ciò si trova espresso in modo completo e compiuto nei versi della poesia Orfeo. Euridice. Ermes di Rainer Maria Rilke, nella quale il poeta tenta di descrivere l’ineffabile condizione dell’essere morto, scegliendo proprio il personaggio di Euridice che si trova ad abitare la soglia tra vita e morte: ella era “chiusa in sé, come una speranza più alta” ma, al tempo stesso, “ella ormai era radice”.
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