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Anno edizione: 2017
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Ben Jelloun, similmente a quanto fatto con "Il razzismo spiegato a mia figlia", riprende lo stile del dialogo per partire ad analizzare come gli europei vedono il mondo arabo. Da qui si prosegue fino a ricollegarsi con argomenti fondamentali, come rispetto, tolleranza, diversità, ignoranza nei confronti delle culture straniere, razzismo e discriminazione. Libro interessante da non perdere
Terrorismo “jihadista”, cioè esseri umani che scientemente uccidono altri esseri umani inermi ispirandosi ad un libro scritto 1400 anni fa, ha molteplici sfaccettature. L’autore concorda che non si possa parlare di terrorismo nei casi di pazzi o delinquenti (religione come copertura; Boko Haram in Africa). Lo stesso quando si fronteggiano due eserciti o ci si ribella ad oppressori (l’Autore cita le bombe dei movimenti sionistici contro gli inglesi dopo il 1945). Situazione intermedia è quando si sequestrano civili per ottenere qualcosa da un Governo (olimpiadi di Monaco del 1972). Ciò non prevede però uccisioni a sangue freddo. Allora chi è terrorista? Forzando le posizioni di Ben Jelloun, è un essere umano che sacrifica se stesso nell’uccidere il maggior numero possibile di altri esseri umani inermi. Le motivazioni della pulsione di morte (nel libro) sono molteplici (ignoranza, indottrinamento etc) ma la scintilla è nel sostrato di animalità / irrazionalità che può emergere come un geyser. Che fare allora? Usare il proprio pensiero e specialmente la lotta contro le ipocrisie del potere (ambiguità di molti stati verso il fenomeno), sono ingredienti base per contrastare il terrorismo ma ciò solleva una domanda. Perché siamo terrorizzati dal terrorismo? Uscendo da casa si dovrebbe essere più terrorizzati dall’idea che un auto ci possa investire o che moriremo a breve per le polveri sottili. Perché abbiamo paura di un pericolo reale, ma poco probabile? Forse siamo stati indottrinati dai nostri governanti a mettere in conto gli altri rischi come inevitabili del nostro vivere o forse perché sentiamo minacciato il nostro giardino profumato e ci sentiamo “innocenti” rispetto alle tragedie che devastano altre società a noi lontane. Potrete voi stessi darvi una risposta leggendo il bel libro di Tahar Ben Jelloun.
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