È il maggio del 1816 quando l'Impero Ottomano si accinge a cadere e a lasciare un vuoto di potere enorme dall'Egitto all'Iraq al Libano alla Palestina. Inglesi e francesi si spartiscono le future zone di influenza in un patto segreto tra le loro diplomazie, noto alla storia come «trattato Sykes-Picot». Il patto non sarà senza conseguenze. Sconvolgerà l'esistenza di antiche famiglie arabe ed ebree abituate a seguire rispettosamente tradizioni millenarie, ma allo stesso tempo a essere culturalmente aperte, capaci di convivere in sintonia e amicizia con consuetudini opposte e altre. Prima opera di una serie dedicata al Medio Oriente, La terra dei gelsomini mostra lo straordinario talento di Gilbert Sinoué nel restituirci in forma romanzata le trasformazioni avvenute nel Ventesimo secolo in quel lembo di terra e le responsabilità delle incomprensioni, dei tradimenti, dei massacri che segneranno gli anni a venire.
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Un'idea (anche se un po' di parte) sulle origini storiche del problema mediorientale indubbiamente la dà. Ma dal punto di vista narrativo la storia è meno di niente, solo un pretesto per legare insieme i fatti. Ma la storia regge poco: le donne sono tutte bellissime, le famiglie tutte ricche, i personaggi tutti animati da sentimenti patriottici e altruistici. Il linguaggio piuttosto povero e piatto. Ho fatto fatica a finirlo.
Bellissimo libro che racconta quarant'anni di storia medio orientale (dalla caduta dell'impero ottomano sino all'avvento di Saddam in Egitto) e che spiega, in modo eccellente, i motivi dell'eterno conflitto tra ebrei e arabi (Israele vs Palestina). Libro ben scritto e documentato che non annoia anche per le vicende che si susseguono, nel corso degli anni, di alcune famiglie (sia ebree che arabe). Lo consiglio a tutti.
di questo autore ho letto il ragazzo di Bruges e il libro di zaffiro che mi sono piaciuti. Non lo riconosco in questo libro. L'ho acquistato sperando ci fosse un po' più di "Storia" da come viene presentato. Mi sembra anche un po' di parte. La vicenda in sé è anche interessante, piuttosto triste, ma niente particolarmente di rilievo. Secondo me il problema di quando la narrazione è del protagonista è che si perdono aspetti descrittivi esterni che possono dare un peso alla narrazione. A questo punto non so se mi azzarderò a leggere altri romanzi di questo autore.
Non si può non leggerlo!! Come fossimo davanti ad un palco teatrale, l’autore ci consente di entrare nelle case, nelle vite e nei sentimenti di queste famiglie; condividi con loro ogni frustrazione, ogni paura. È un libro che ho amato tantissimo e che rileggerei altre mille volte.