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Tempo e violenza. Poesie scelte - Eavan Boland - copertina
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Tempo e violenza. Poesie scelte - Eavan Boland - copertina

Descrizione


"Tempo e violenza" è una raccolta di cinquanta poesie con testo a fronte scelte da due raccolte della poetessa irlandese Eavan Boland, New Collected Poems e Domestic Violence, Carcanet 2005, 2007. Temi femminili e femministi come il ruolo della donna nella cultura e nella società irlandese, nel mito e nella storia, l'esplorazione e la celebrazione della complessità dell'identità femminile, del contributo muto di generazioni di donne irlandesi alla cultura e alla storia e che la storia e il mito hanno emarginato e ignorato. Temi domestici come il matrimonio, la famiglia, l'allattamento e la cura dei figli, i gesti e le tensioni quotidiane che la poesia e la critica maschile hanno spesso ritenuto non degni di scrittura poetica vengono riesaminati e "sovversivamente" celebrati in versi intensi e memorabili. Altrettanto memorabili e drammatiche sono le poesie che toccano i temi dell'alienazione, dell'assimilazione, della violenza e quelli più "tradizionalmente" irlandesi dell'immigrazione, dell'esilio, dell'identità, della carestia.
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Dettagli

2010
1 gennaio 2010
234 p., Brossura
9788860871886

Voce della critica

"Credo che la donna poeta di oggi erediti un dilemma". Sensi e Sirotti hanno deciso di introdurre Tempo e violenza. Poesie scelte citando alcuni passi da Object Lessons, saggio della stessa Boland (1944). Scelta azzeccata, sebbene il motivo – "Ci è sembrato che la cosa migliore fosse far parlare la stessa autrice" – appaia un po' scontato, quasi una giustificazione. Scelta azzeccata, dicevo, per avvicinare il lettore ai temi più cari alla scrittrice irlandese, tra i quali senza dubbio la lotta contro la deleteria rappresentazione dell'Irlanda come donna, che ha trasformato quest'ultima in un'icona silente e passiva della nazione; il dilemma della donna poeta, appunto, cioè quella tensione vissuta tra la tentazione di imitare la voce della tradizione maschile e la volontà di trovare una nuova voce femminile, per la quale le piccole cose di tutti i giorni acquistano dignità poetica; il dramma della carestia irlandese, dell'emigrazione, del distacco dalle proprie figlie ormai grandi, del paradosso nell'utilizzo della lingua del colonizzatore, intesa sia come l'inglese, sia come la lingua della tradizione poetica maschile.
Significativo è che i due curatori abbiano posizionato Tempo e violenza, componimento che dà il titolo alla raccolta, al centro della stessa, quasi a voler indicare un punto di svolta nella carriera poetica della scrittrice. In effetti, nelle poesie successive Boland affronta più sistematicamente e apertamente le problematiche che costituiscono il dilemma citato all'inizio. In particolare, la scrittrice sfida il silenzio a cui figlie e madri sono state obbligate "in un paese che odiava il corpo di una donna" (Lettere ai morti) e, soprattutto, dopo aver contestato e criticato la personificazione al femminile dell'Irlanda, la recupera facendola propria e trasformando l'Irlanda in quanto donna da immagine di silente e sofferente passività in immagine di immensa potenzialità espressiva. Ad esempio, nell'omonima poesia Madre Irlanda si rialza e finalmente può raccontare la propria storia, che è "diversa dalla storia che si raccontava su di me"; e in Giorni a venire, che non a caso chiude la raccolta, Boland incontra la personificazione più famosa dell'Irlanda, ossia Shan Van Vocht, la povera vecchietta, e le parla da donna a donna, esprimendo tutta la sua frustrazione e disillusione nei confronti di una patria ingannata, di una patria "tempo fa (…) quasi amata".
Questa raccolta è la prima interamente dedicata all'autrice in Italia. Se questo è già di per sé un ottimo motivo per raccomandarne la lettura, sembra proprio per questa ragione necessario sottolinearne un piccolo difetto, ossia la mancanza di un'introduzione più consistente da parte dei curatori. Inoltre, organizzare le poesie secondo un criterio tematico invece che (o in aggiunta a) quello cronologico avrebbe probabilmente contribuito a chiarire il contesto, le motivazioni e i fini della scrittrice irlandese a un lettore non esperto di problematiche di genere nella storia e letteratura irlandese, scongiurando così il rischio che lo stesso lettore possa perdersi parte della grandezza e dell'importanza della poesia di Eavan Boland.
Gabriella Caminotto

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