Un primo bilancio storico-critico, a più voci, della produzione di Franco Carmelo Greco, per verificare la tenuta della proposta metodologica di una ricerca sul teatro condotta lungo il doppio versante della scrittura e della pratica della scena, il cui rapporto è continuamente in movimento e cerca sempre nuovi equilibri nelle diverse stagioni della storia, con il risultato di una caleidoscopica influenza reciproca. Lo studioso del teatro, allora, è chiamato alla sfida di coniugare filologia del testo e storia della scena, scrittura e rappresentazione. Inoltre dallo spessore della passione civile di Franco Carmelo Greco nasce l’attenta lettura del processo di degrado morale e di imbarbarimento delle coscienze sul finire del secondo Novecento. Da qui l’appello, rivolto ai padri e ai figli, ai Maestri e agli allievi, per la riappropriazione del «bisogno di ricostruzione civile ed ambientale», per la proiezione con ogni sforzo «verso un disegno, un progetto, una cultura della ricostruzione che si faccia guida del nostro agire». Contro la parabola storica della decadenza si leva anche lo scrittore Franco Carmelo Greco nel monologo Porca miseria! Imprecazione tutta d’un fiato per voce solista ovvero La memoria fa la storia. Nel finale l’affondo è affidato dall’autore al viandante, figura degli ultimi e degli emarginati, attuando un capovolgimento. Così l’emarginato della società delle reliquie diventa centrale per costruire una società diversa, l’escluso dalla storia rinunciataria e miracolistica si trasforma in una storia propositiva e attiva, chi appare insipiente agli occhi del vecchio mondo guasto è il vero sapiente agli occhi dell’autore e dei lettori-spettatori complici nella speranza di costruire un mondo nuovo. (dall’intervento di Pasquale Sabbatino)
Leggi di più
Leggi di meno