Tara è il nome di un piccolo fiume nei pressi della città di Taranto. Si snoda per circa 2 km a ridosso della più grande acciaieria d’Europa: l’ILVA. In un’area segnata da forte inquinamento e antropizzazione selvaggia, questo breve corso d’acqua è una vertigine dello sguardo. Una visione che restituisce la straordinaria, aspra contrapposizione tra il cancro delle industrie e questa piccola oasi verde azzurra. Ma vegetazione lussureggiante, colori accesi, fauna selvatica e un fiume dalla portata rigogliosa sono una parte dell’incanto di questo luogo. Il suo fascino risiede in un'ulteriore, insospettabile aspetto: quello della fede. Da una vecchia leggenda sulla miracolosa guarigione di un asinello malato lasciato al fiume a morire e risanato dalle sue acque, si è sviluppata prima una credenza popolare sulle proprietà miracolose e terapeutiche, poi una devozione religiosa. Ogni primo settembre, alle prime luci dell’alba, in questo angolo nascosto di Puglia si raccoglie alla spicciolata la gente per dar vita a una preghiera collettiva. Nonostante l'incombenza dell'ILVA, questa gente vive il suo sogno nel quale fa bene lasciarsi cullare.)
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