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Non pensavo che si potesse approfondire in maniera cosi appassionante un momento storico,ritenuto tra i piu' oscuri.Non Roma contro i barbari,viene da dire,ma Roma tra i barbari. Cio' che piu' impressiona ,e infatti rimane nella nostra memoria profonda di eredi di quel vasto impero,è il barbaro conquistatore che viene invece conquistato dalla sua cultura e dalla fede,quelle stesse che a bene vedere sono le radici d'Europa ,pure se di cosi diversi popoli in origine!
Rachiulf è una figura di barbaro particolare: ignorante, ne soffre; guardando alla grandezza dell'impero romano, subisce più l'attrattiva della sua cultura che quella delle ricchezze; al bottino di guerra, dietro l'uno o l'altro contendente si voglia schierare, preferisce di fatto l'arricchimento dell'animo, seguendo in questo un intimo barlume di fede. Non molto diverso, in fondo, è il cammino di Celso, che pure sarà di quella ricerca del barbaro il primo ispiratore: nella tensione del giovane a difesa di vaghi ideali romani c'è in realtà la strenua difesa di valori irrinunciabili, che Roma custodisce ben più dei propri confini dagli attacchi della barbarie e dell'eresia.
Un romanzo che ti trasporta al centro di un'epoca poco conosciuta, affascinante, l'impero romano alla sua trasformazione finale, quando è in gioco il dominio sull'Italia, contesa tra diversi reggenti barbari, nel disinteresse dell'oriente già bizantino; le sanguinose lotte per prevalere, i forti ideali espressi dal giovane protagonista contro il crudo opportunismo del barbaro con cui si accompagna; gli amori del primo e quello irresistibile che s'impadronisce del secondo, quando da ignorante si avvicina con umiltà alla cultura del mondo romano e alla fede cristiana e ne viene radicalmente trasformato.
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