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Con questo romanzo Ayelet Gundar-Goshen conferma il suo talento, costruendo un dramma avvincente, pieno di suspense e dilemmi etici, che metteranno in discussione la moralità di ogni lettore.
«La voce femminile più esplosiva della nuova generazione di autori israeliani» – il venerdì - la Repubblica
Eitan Green, persona onesta e ottimo medico, ha una vita quasi perfetta: sposato con una bellissima poliziotta, è padre di due ragazzi. I suoi unici problemi sono i turni di lavoro estenuanti e il trasferimento forzato a Beer Sheva, città del Sud di Israele dove la polvere aleggia nell’aria e si insinua in ogni piega. Finché una notte, guidando la sua jeep a tutta velocità nel deserto, colpisce qualcosa. È un uomo, un migrante africano, ormai in fin di vita: Eitan Green fugge la scena. Ma certi errori sono impossibili da eludere, e l’uomo ne ha la prova quando una donna eritrea bussa alla sua porta il giorno successivo, porgendogli il portafogli perso sul luogo dell’incidente e domandando un prezzo per il proprio silenzio. Quello che la vedova della vittima vuole da Eitan non è denaro, ma qualcosa che distruggerà la sua sicura, calma esistenza e lo trascinerà in un mondo di segreti e bugie dalle conseguenze impreviste.
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Un romanzo avvincente pieno di colpi di scena, scritto come una sceneggiatura. Offre molteplici spunti di riflessione sul matrimonio, su quello che pensiamo di noi stessi e sui popoli privi di diritti umani. Ci si affeziona ai personaggi, alle loro fragilità che sono alla base delle loro scelte e le digressioni psicologiche presenti sono molto utili per comprendere i comportamenti ed accettarli quasi come inevitabili.
La storia è molto coinvolgente, stai per tutto il tempo a chiederti come andrà a finire. E' scritto molto bene e pone tante domande sulla natura di ognuno di noi. Tuttavia ci sono troppe digressioni evitabilissime non funzionali alla storia. Poteva tranquillamente durare 100 pagine in meno.
La storia c'è, le ambientazioni anche, si legge pittosto bene, ma avrebbe potuto essere migliore, assimilabile in certi punti, per restare in Israele, ad alcuni romanzi di Yehoshua (che però generalemnte sono perfetti). Peccato che c'è troppo, troppe digressioni, considerazioni psicologiche, sogni, metafore, persino la scena d'azione in sotto-finale. Se fosse stato più "allusivo", 4 stelle gliele davo.
Recensioni
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