Svanire
di Deborah Willis
Vi è in ogni biografia un punto di rottura, un prima e un poi. Vi è in tutte le narrazioni una perdita di equilibrio: può accadere che qualcosa irrompa o che, come nel caso di queste 14 storie, svanisca. Come avviene a Nathan, scrittore di provincia che abbandona il suo scrittoio in soffitta, sceneggiature incompiute, domande irrisolte di chi è rimasto a casa. Che siano una gelataia con il viso coperto di lentiggini che porta il nome di Nina Simone, o l'insegnante di francese alla ricerca della libertà, i personaggi di queste storie sono come ancorati a un evento incancellabile: un vuoto con il quale camminano, respirano, convivono. La scomparsa scava il solco del dubbio: qualcosa non è andato via per sempre, è semplicemente altrove, lontano, invisibile, ma c'è, e questa presenza è un movente di straordinaria complessità. Deborah Willis, giovane talento della letteratura canadese, esplora l'assenza, le modalità con cui si abbandona o si è abbandonati e lo fa con economia di parole, nitidezza di immagini, controcampi e alternanza di punti di vista. "La gamma emotiva e la profondità di queste storie, la chiarezza e l'abilità compositiva sono stupefacenti." (Alice Munro) )
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