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La superbia è tanto superba da pensare e voler che si pensi che la superbia non è mica un vizio per tutti: solo gli eccellenti che possono fare concorrenza a dio possono porsi il problema di essere di superbi e di fare in modo che perlomeno non si noti tanto, per non rendere infelici più di quanto se lo meritino gli umili, quei poveracci. La Bazzicalupo per la sua passeggiata nel territorio della superbia si sceglie l’interlocutore per antonomasia: l’Ulrich di Musil, che in queste pagine però perde molto mordente. Una scelta superba, dunque, quella della Bazzicalupo, dal risultato conseguentemente deludente.
La superbia, regina e fondamento di tutti i peccati capitali, analizzata in tutte le sue sfaccettature. Un quadro desolante che evidenzia la dimensione tragica dell'uomo, condannato a fare i conti con questa attrazione mortale per se stesso, che lo porta a superare ogni limite, ad eccedere fino alla rovina. Di sé e degli altri. Non se ne esce vivi. Ne consiglio la lettura
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