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Ho iniziato la lettura senza aspettarmi nulla di diverso dalle altre pubblicazioni sull' Odissea ma mi sbagliavo. E' infatti un testo di concezione nuova sia nei contenuti che nello stile: finalmente un volume specialistico scritto da un archeologo che, però, porta l'archeologia fuori dalla sua nicchia specialistica per proporre con tono divulgativo approfondimenti ed ipotesi fondati su rigorosi presupposti scientifici. L' innovativo approccio "specialistico per profani" ne fa un libro accessibile anche ai non addetti ai lavori. Il volume consta di 5 capitoli più l'introduzione dell'Autore e l'appendice di Flavia Ferrante: queste due sezioni sono discorsive e forniscono un ricco excursus storico sulla figura di Ulisse nell'immaginario collettivo ma grazie all'esposizione lineare e priva di inutili tecnicismi e ai chiarimenti sul contesto storico e geografico, anche le pagine più tecniche e i contenuti più complessi si prestano alla lettura da parte di chi che non ha una formazione archeologica. L'A. sviluppa un originale lavoro di analisi e sintesi di dati provenienti da fonti e discipline diverse: egli si muove fra testo omerico, studi epigrafici e reperti archeologici, riuscendo ad individuare varie fasi nella composizione e stesura dell'Odissea, che si cristallizzò nel testo che conosciamo all'inizio dell'età del ferro. Ciò fatto, individua dietro il viaggio fantastico di Ulisse il riflesso della incipiente colonizzazione greca dell'Italia Meridionale e della Sicilia, intorno alla fine del IX e agli inizi dell' VIII secolo a.C., e spiega la centralità del piccolo regno di Itaca nell'Odissea alla luce della posizione geografica periferica delle isole Ionie, punto di partenza delle rotte marittime verso un Occidente ancora sconosciuto e popolato di mostri nell'immaginario di quegli arditi esploratori. Spero che il prezioso lavoro di ricerca filologica, archeologica, geografica e storica non vada disperso ma sia punto di partenza per studi successivi.
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