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Anno edizione: 2018
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La parola apocalisse deriva da apokalypsis, composto di apó ("separazione", usato come prefissoide pure in apostrofo, apogeo, apostasia) e kalýptein ("nascosto", come in Calipso), dunque significa un gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta o rivelazione. Heidegger designa l'indagine sulla verità con a-létheia, termine composto da un'alfa privativa, che indica appunto la negazione, e dalla radice della parola léthe ("oblio"), presente anche nel verbo lantháno significante "nascondere". In quanto apokalypsis e/o alétheia, quindi, la verità si ri-vela, il che è una contraddizione intrinseca: manifestarsi celandosi, uscir fuori dall'essere nascosto restando tuttavia nell'oblio, ritrarsi da ogni completa manifestazione nel decorso storico. Lasciamo perdere i teisti, che credono di potersela cavare con l'apofatismo, la verità concepita come suo nascondimento nel linguaggio, nel pensiero e nell'esistenza. "Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo" (Matteo 27, 51): il velo si squarcia ma si ricuce pure, cicatrizialmente, si squarcia però mai in modo definitivo. Senonché per la profezia giovannea, con salde origini nel profetismo ebraico, esiste un quarto, e questo sì conclusivo, cavaliere dell'apocalisse, quello che non ri-velerà ma s-velerà finalmente una volta per tutte. Credere pertanto all'apocalisse conclusiva in chiave medieval-dantesca è uno sbaglio mastodontico, si va a demonizzare proprio ciò che dovrebbe esorcizzarci: nessun rovinoso disastro, e il giudizio universale non come decreto punitivo, penale o premiale, bensì come approdo all'inedita e agognata facoltà di discernere cosa siano il Giusto, il Bene e per l’appunto anche il Vero, discriminando fra peccato e peccatore, in termini laici fra errore ed errante, handicap e soggettività portatrice dell'handicap. Scommettere viceversa sull'era/età/epoca/stato dello spirito, sulla new/next age, sull'eone dell’a(c)quario, su un ulteriore macroperiodo della Storia è solo desiderio sadomaso di prolungare l'agonia.
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