«Il Verbo di Dio, guardando attraverso le finestre e rivolgendo il suo sguardo all'anima sposa, l'esorta ad alzarsi e a venire verso di lui, ossia ad abbandonare le cose corporee e visibili e ad affrettarsi verso quelle incorporee e spirituali, giacché "le cose che si vedono sono temporali, mentre le cose che non si vedono sono eterne"». - Origene, Commento al Cantico dei Cantici III 14, 18
«La nostra anima deve fissare lo sguardo nell'inaccessibile bellezza della natura divina e amarla tanto quanto è l'attitudine che il corpo possiede verso ciò che gli è affine e consanguineo, trasformando, però, la passione in impassibilità». - Gregorio di Nissa, Omelie sul Cantico dei Cantici XI
Il volume raccoglie assieme il "Commento al Cantico dei Cantici" di Origene di Alessandria e le quindici "Omelie sul Cantico dei Cantici" di Gregorio di Nissa. Il "Cantico dei Cantici" è un poema tradizionalmente attribuito al re Salomone in cui è celebrato l'amore di uno sposo e di una sposa. Soprattutto grazie alla spiegazione allegorica che Origene e Gregorio di Nissa propongono di questo scritto le Chiese di Oriente e di Occidente hanno interpretato, per quasi duemila anni, l'amore in esso cantato come l'amore sponsale di Cristo/Logos e dell'anima, o della Chiesa. Queste due opere, in cui sono custoditi i princìpi della mistica cristiana, offrono attraverso un linguaggio teologico, filosofico e poetico una visione della relazione fra l'anima e Dio che è fra le più profonde della storia del pensiero.)
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