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Transeuropa pubblica questo testo teatrale di Cerami (messo in scena nel 1986, con protagonista Mario Scaccia), mantenendo la pregevole iniziativa di offrire ai lettori un'espansione della lettura attraverso un sito online, su cui si possono recuperare bozzetti dei costumi, fotografie dello spettacolo, recensioni critiche e dichiarazioni dell'autore. La commedia ha i contorni della farsa e della fiaba insieme, poiché ruota intorno a due personaggi canonici della tradizione letteraria, da Shakespeare in poi: il sovrano e il suo giullare. Il testo è diviso in due parti: nella prima il re e il servo Tarallo, unici superstiti di un naufragio, trascorrono le loro giornate su un'isola deserta, in attesa della morte, in preda a mille paure e incubi, contestandosi rancorosamente i rispettivi ruoli, ormai perduti. Scissi tra nostalgia del passato e vertigine per la nuova, animalesca libertà, si riscoprono entrambi infantili e crudeli, bisognosi di rassicurazioni e di affetto, o improvvisamente sprezzanti e diabolici. L'arrivo inatteso di una nave li riporta in salvo e in patria, dove il sovrano è da mesi pianto come morto, e suo figlio lo ha sostituito sul trono. Inizia così una schermaglia di trucchi e travestimenti, con il vecchio re che si finge giullare per poter assistere da vicino lo spaesato figliolo alle prese con i gravosi incarichi e gli intrighi di corte, e il buffone incapace di adattarsi a qualsiasi altro mestiere lontano dalla reggia. Ma vivere da suddito, dopo aver tanto regnato, non è facile: quindi sua Maestà decide di farsi riconoscere, riprendendosi il potere tra la riconoscenza di tutti. Il testo di Cerami risulta piuttosto banale, e non arriva mai a rappresentare una vera satira del potere e delle sue lusinghe, né fa risaltare a sufficienza l'opportunismo servile dei cortigiani e la sostanziale indifferenza del popolo alle sorti del paese. Probabilmente gli nuoce la pura trasposizione letteraria, lontana dalla resa teatrale del palcoscenico.
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