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Scrittura sobria e ricchissima al tempo stesso. Vicenda ripercorsa dalla prospettiva di tutti i protagonisti in un raro esercizio di virtuosismo. Romanzo noir, ma solo se anche "Delitto e castigo" lo è.
Tor Morella, un antico villaggio appenninico da anni abbandonato, è stato trasformato in un “buen retiro” di lusso, ma ogni inverno la neve lo isola dal resto del mondo. Quest’anno, però, ospita sette persone, spinte da diversi e talvolta inconfessabili motivi, e in quell’ambiente claustrofobico, assediato da una tempesta di neve, i destini dei sette si incrociano drammaticamente in un crescendo di tensioni. Il romanzo procede in un gioco di interazioni viste da diverse prospettive, il ritmo narrativo si fa sempre più serrato verso una soluzione che ovviamente non riveleremo, mentre, su l’arida schiena del formidabil monte sterminator, infuria la tormenta fisica e metaforica dei personaggi. Un noir di grande raffinatezza psicologica e stilistica.
Finito ieri. Delizioso. Riecheggia un'Agata Christie in salsa appenninica con un pizzico di Izzo, tanta neve, tanta ironia, i sei personaggi non in cerca di autore (Franco Mimmi è un autore bravissimo) ma ognuno con la propria storia, il proprio punto di vista (bello il gioco della ripetizione dei diversi momenti a seconda della prospettiva) e il proprio motivo per essere capitato in quel "buen retiro" (citando Mimmi: proprio così, in spagnolo nell'opuscolo) a 1500 metri di altitudine e reso irraggiungibile da una bufera. Fisica e metaforica. Reiterazioni e citazioni sono usate per dare ritmo e musicalità al racconto. Superconsigliato!
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