Michele Barbi, "Studi sul Canzoniere di Dante, con nuove indagini sulle raccolte manoscritte e a stampa di antiche rime italiane" (Firenze, G.C. Sansoni, 1915) è uno dei caposaldi della moderna filologia, riproposto in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri in edizione anastatica conforme all'originale, arricchita da un'ampia introduzione del professor Corrado Bologna, della Scuola Normale Superiore di Pisa. Le ricerche di Barbi confluite in questo volume venivano come è noto a seguito della magistrale edizione della Vita Nova (1907), e nella prospettiva di porre in rilievo il valore storico delle raccolte di rime antiche all'unisono con lo studio dell'intera tradizione variantistica della lirica dantesca, venivano a fondare la cosiddetta "nuova filologia": che specie dopo questo momento di svolta non fu più l'applicazione astratta di criteri estetizzanti o la pratica di un'attribuzionistica farraginosa, quanto invece attenzione al valore dell'ecdotica: quale questo si riconosceva nella collaborazione stretta tra verifica diretta delle dinamiche dei testi e studio della natura storicamente esatta di essi. Come dire, il modello di una forte e consapevole coerenza operativa di filologia e di critica, che permise a quello che fu definito l'"ultimo solitario artigiano della grande italianistica" di comporre un primo canone di sistemazione delle "rime sparse" di Dante nel momento stesso in cui offriva al mondo della dantistica un affresco storicamente determinato della stessa tradizione lirica delle Origini. I frutti di questa grande innovazione vengono perciò riproposti con questa riproduzione anastatica dell'edizione originale del 1915 con l'auspicio che ancora sotto il segno di Michele Barbi gli studi attuali su Dante si ispirino alla disciplina del suo lavoro critico esemplare.
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