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“Lo scopo del nostro studio è di comprendere i rapporti di coscienza e natura – organica, psicologica o anche sociale. Per natura intendiamo qui una molteplicità di eventi esterni gli uni agli altri e connessi da rapporti di causalità”.
Maurice Merleau-Ponty
Il testo La struttura del comportamento, completato da Merleau-Ponty nel 1938, ma dato alle stampe solo nel 1942, è il primo contributo originale e di rilievo del pensatore francese alla filosofia del suo tempo. La riflessione che vi inaugura, che troverà nuovi approfondimenti nella Fenomenologia della percezione, prende spunto dalla concezione che le principali scuole di psicologia sperimentale – soprattutto la Gestaltpsychologie e il behaviorismo – danno del comportamento umano, per operare poi un tentativo di critica e rielaborazione degli assunti impliciti di tali teorie. Tale indagine si pone dunque al livello dell’esperienza scientifica, e cerca di provare come questa stessa esperienza non sia comprensibile nelle prospettive ontologiche che la scienza adotta in modo spesso ingenuo. Secondo Merleau-Ponty la scienza pensa spontaneamente in funzione di un’ontologia: ma è proprio questa spontaneità non esplicitata che deve essere messa in questione, al fine di comprendere senza pregiudizi il tessuto stesso dell’esperienza umana.
Maurice Merleau-Ponty (1908-1961) è il più importante dei pensatori francesi di indirizzo fenomenologico. Ha insegnato alla Sorbona e al Collège de France. Tra le sue opere, oltre al capolavoro Fenomenologia della percezione(Milano 2003), vanno ricordate Senso e non senso (Milano 2004), Segni (Milano 2003), e il postumo e incompiuto Il visibile e l’invisibile (Milano 2007).
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