California, fine anni Cinquanta: una sorta di terra promessa già alle prese con il mito postbellico dello sviluppo economico e della crescita urbana, dove la questione razziale è ancora aperta. Jim Fergesson e Al Miller sono, o credono di essere, amici. Il primo è un meccanico avanti con l'età, amareggiato dalla vita, che da anni affitta al secondo un lotto di terra adiacente alla sua officina, in cui Miller vende auto usate, relitti rabberciati alla meglio. Un lavoro misero e frustrante che però gli basta, dal momento che è un uomo privo di ambizioni. Ma un giorno Fergesson decide di chiudere bottega e di andare in pensione, utilizzando i soldi ricavati dalla vendita per inseguire un sogno di grandezza. È un brutto colpo per Miller, perennemente incapace di scuotersi dalla sua apatia esistenziale e lacerato da conflitti interiori; e così il suo fragile castello crolla. Uno prova a salire, l'altro a non sprofondare del tutto, ma il nuovo miraggio americano non permette approssimazioni e non lascia spazio ai perdenti. Come Humpty Dumpty, il goffo personaggio di Alice in Wonderland, che cade e finisce in pezzi, entrambi pagheranno sulla propria pelle, sia pure in modo diverso, la colpa della loro precaria fragilità. Introduzione e cura di Carlo Pagetti.)
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