Chi uccise il più scomodo giornalista italiano? Sono passati più di quarant’anni dalla morte di Mino Pecorelli, e quell’omicidio resta un caso irrisolto, un mistero tra i molti che ancora ammantano quella tremenda stagione della storia d’Italia registrata dalle cronache col nome di «annidi piombo». Una stagione di trame e sottotrame, di incroci pericolosi fra apparati dello Stato, terrorismo, mafia, massoneria, ingerenze straniere... Pecorelli in quel torbido ci sguazzava: giornalista dal fiuto eccezionale, aveva contatti e fonti nel mondo della politica, fra i militari, nei servizi segreti, nella P2. E i suoi articoli su OP, la rivista da lui fondata e diretta, erano bordate terribili, in grado di far tremare molti potenti. Questo libro ripercorre la vita e le inchieste di Mino Pecorelli, alla ricerca della verità sulla sua morte. È un viaggio allucinante, negli oscuri meandri in cui si incrociano le vicende dell’eversione nera, della P2, di Gladio, ma Raffaella Fanelli è anche lei un segugio di razza, capace di muoversi fra le molte piste confuse e di non mollare,anche con coraggio, quando trova una traccia. E di guidare con sicurezza il lettore. Se si vorrà, finalmente, accertare la verità, è da questa indagine che bisognerà ripartire. Perché la verità può essere scomoda, può essere nascosta, può venire negata, ma esiste. E uomini come Pecorelli, che per lei hanno datola vita, la meritano. )
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