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2014
Tascabile
13 gennaio 2014
220 p.
9788806219369

Descrizione

Vincitore premio Pulitzer per la narrativa 2007

«Ci sono libri che si leggono velocemente, che si divorano come si usa dire, questo no. Questo è un libro da leggere lentamente, con i tempi giusti, con le pause che lo stesso autore ci dice di fare, lasciando alcuni spazi bianchi dove respirare, attendere e poi riprendere.» - Giulia Mozzato per Maremosso

Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...

Valutazioni e recensioni

4,4/5
Recensioni: 4/5
(431)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Un classico

Recensioni: 5/5

Molti hanno provato ad immaginare il mondo vuoto della post apocalisse, forse nessuno con la forza di McCharty. In un mondo privato di vita e di speranza, perchè vivere e perchè seguire la strada che non porta a nulla che non sia altro vuoto e altra morte ? E' che lottando per continuare a vivere non ci si può porre domande; e così il racconto è una scabra e spoglia descrizione di come si tira a campare finchè si può e l'unica speranza evidente rimane nel legame fra padre e figlio. Null' altro si può sapere, probabilmente null' altro importa sapere. Niente al di fuori di quel legame è raccontabile, distillando peraltro le parole fuori dalla fatica e carpendole alla morte. "Ogni giorno è una menzogna. Ma tu stai morendo. Questa non è una menzogna". C'è una necessità di verità che anima le pagine di questo strordinario racconto; di menzogne da dismettere e di domande da cercare, di fatica da fare per comprendere come formularle e di angoscia da valicare per appropiarsi dell' evidenza che risposte a quelle domande non ce ne possono essere, per i nostri orecchi. Fatica di vivere in orizzonti di piombo e desolazione; cenere che copre ogni cosa e cose che diventano cenere. Eppure l'ultima delle pallottole che potrebbe por fine a questo spegnersi dilaniato non si può sparare, fino a quando al proprio fianco c'è il figlio. L'esito di questo racconto è il medesimo del "La morte di Ivan Ilijç" di Tolstoj e certo di ogni grande racconto che abbia il coraggio di terminare il proprio percorso davanti all' indicibile, senza coprirsi gli occhi avvicinandosi. Questo è il grande dono della letteratura, cercare per anni e attraverso storie e storie per trovare che quelle grandi si appartengono reciprocamente.

Recensioni: 5/5

La strada è un bel libro? No, è proprio un capolavoro. Consiglio spassionato: se come me siete piuttosto ansiosi girate ben alla larga da queste pagine, tanto meravigliose quanto angoscianti. Spoiler: si astenga dalla lettura in particolar modo chi teme l'inverno nucleare, c'è il serio rischio di avere un attacco di panico.

Recensioni: 5/5

Scrittura asciutta ma evocativa, precisa ed efficace. Il libro è un pugno sullo stomaco, descrive una realtà altra rispetto alla nostra e pur non dandone spiegazioni, ne dipinge l' essenza in modo inequivocabile. Duro ma assolutamente da non perdere